di Alessandro D’Orazio
Il differenziale tra il rendimento dei Btp decennali e quello dei corrispondenti Bund tedeschi sta in questi giorni registrando un sensibile aumento, tornando ai livelli dell’aprile 2017. Ma a cosa è dovuto tutto questo?
Secondo gli esperti in materia, lo spread aumenterebbe perché gli investitori, i quali acquistano il nostro debito pubblico sotto forma di titoli di Stato, cominciano a pensare che l’andamento crescente che il debito pubblico ha continuato ad avere in questi anni non verrà invertito. Ciò presuppone un aumento del rendimento che gli acquirenti esigono per comprare tale debito pubblico. Infatti, quando lo spread è basso significa che la fiducia degli investitori nelle potenzialità dell’Italia è alta. Viceversa, quando il differenziale inizia ad aumentare è perché il pessimismo aleggia nell’aria. In ultima analisi lo spread segnala quanto sia alto il pericolo di default di un Paese.
A rimetterci maggiormente con il deprezzamento dei Btp sono chiaramente le banche, in considerazione degli ingenti quantitativi di Btp posseduti. Seguono poi i risparmiatori, che hanno comprato il nostro debito (il 70% del quale è bene ricordare si trova in mano agli italiani). In linea generale, le ripercussioni dovute all’incremento del differenziale riguardano molteplici ambiti, tra cui le casse dello Stato, il mercato azionario ed indirettamente anche i risparmi e i finanziamenti alle imprese.
A generare l’aumento dello spread sarebbero, in via prioritaria, le difficoltà del nostro Paese nel trovare un assetto governativo stabile nell’attesa che venga formata la nuova coalizione di Governo. Secondo molti economisti, infatti, la mancanza di certezze a livello politico farà salire il deficit ed aumentare ancora il debito, generando così sempre maggiori pericoli.
Nonostante questi timori, però, l’Italia sembra apparire lontana da una crisi simile a quella greca o spagnola. Esistono, infatti, diversi nuovi strumenti che sono stati messi in campo durante la crisi, tra cui il meccanismo di stabilità europeo ed il cappello fornito dalla Bce, con gli attuali acquisti mensili da 30 miliardi di euro, i quali scongiurano il rischio di un default italiano.