di Angela Petroccione
Dal 6 al 10 novembre 2020 è attesa la 29esima edizione del Merano Wine Festival. Sarà la prima grande kermesse del mondo del vino nell’era post Covid, immaginata come “appuntamento fisico” per produttori, giornalisti e appassionati. Si torna a sognare una degustazione fatta di emozioni, eleganza e bellezza.
Il Merano Wine Festival fa parlare di sé con la presentazione della 29esima edizione che si terrà a Merano dal 6 al 10 novembre 2020.
Il lancio del nuovo progetto è avvenuto per via telematica: il patron Helmut Köcher ha raccontato alla stampa come intende fare i conti con gli effetti della pandemia da
Covid19 senza rinunciare all’idea di un “appuntamento fisico”, quello che ormai da troppo manca al mondo del vino.
Torneremo ad attraversare i saloni dell’elegante Kurhaus di Merano, a vivere la degustazione in un contesto fatto di bellezza che ne esalta le percezioni. E’ una sfida e una promessa, quella di Helmut Köcher, che scalda i cuori non solo di produttori e operatori del settore ma anche degli appassionati che amano vivere l’esperienza enogastronomica come momento in cui le emozioni diventano centrali e determinanti.
A causa della pandemia gli ultimi mesi sono stati scanditi da seminari, webinar, acquisti on line, con la conseguente esaltazione delle potenzialità dei canali digitali e dei social network riconosciuti più di prima come un mondo sottovalutato e con un suo lato buono. Ma, al di là della contingenza e dell’evento di portata storica che avrà inevitabilmente un impatto sulle strategie di comunicazione e distributive delle aziende vitivinicole, quello che è emerso dai numerosi studi e sondaggi effettuati dall’esplosione del caso Coronavirus ad oggi, è che al mondo del vino non si può negare la componente emozionale, l’esperienza vissuta fatta di odori, sapori, incontri, scambi, contaminazioni, confronto diretto, non mediato da strumenti tecnologici.
La voglia di un ritorno alla normalità è grande, anche se c’è consapevolezza di un’emergenza ancora in corso e della necessità di procedere con gradualità e in totale sicurezza.
Di qui lo sviluppo di un progetto per la 29esima edizione del Merano Wine Festival che guarda ancor di più alla selettività considerato che lo scenario attuale non consente di fare sconti e imporrà regole rigide da rispettare.
Per il momento ci si è ispirati ai criteri adottati per la ristorazione, iniziando ad immaginare come poter occupare e gestire al meglio ma in sicurezza gli spazi a disposizione sia per i visitatori che per gli espositori.
Accessi scaglionati, inserimento di una turnazione su due fasce orarie (la prima dalle ore 9 alle ore 13.30 e la seconda dalle ore 14.30 alle ore 19) misurazione della temperatura corporea all’entrata, registrazione dei partecipanti, dispositivi di protezione ad hoc (tra cui guanti mascherine e visiere per gli espositori), sputacchiere di rame portatili per ogni persona, nuova suddivisione degli spazi e gestione dei flussi, nuovo sistema di areazione, tavoli da 2 metri, con due visitatori per tavolo con un metro di distanza tra l’una e l’altra, sono solo alcune delle soluzioni messe in campo.
Espositori e personale dovranno fare test per il Covid nei quattro giorni precedenti all’evento.
Ovviamente si prevede un ridimensionamento delle presenze, selezione necessaria per garantire non solo la sicurezza ma anche un equilibrio economico nell’organizzazione della kermesse.
A seconda degli spazi si immaginano al massimo 500 persone in compresenza tra espositori e visitatori, e 4 metri quadrati di spazio per persona.
Facendo un confronto con l’edizione 2019 che ha visto 120 produttori e in media 1.000 persone contemporaneamente presenti, quest’anno ci saranno 300 persone in tutto, al massimo 50 produttori per volta.
Il programma rispetto al passato resta il vero punto fermo, così come la centralità del vino e del racconto delle storie dei produttori.
E se si dovesse ripresentare un’ondata di contagi l’organizzazione è pronta a rivedere tutto in chiave digitale. Ma questo è l’ultimo scenario al quale il mondo del vino oggi vuole pensare. La proiezione e le speranze sono tutte per un autunno in ripresa e senza nuove sorprese.