Siglato ieri l’accordo tra Governo e Sindacati per il rinnovo dei contratti dei dipendenti statali e per l’aumento degli stipendi nell’ampio quadro della riforma della Pubblica amministrazione.
Lo stesso Renzi ha cinguettato su Twitter, annunciando lo sblocco dei contratti del pubblico impiego la cui attesa è durata da sette anni.
Secondo quanto riportato nel verbale dell’accordo l’aumento si aggirerà intorno agli 85 euro e saranno interessati soprattutto coloro che hanno stipendi più bassi degli statali.
Quindi l’aumento stipendiale privilegerà le fasce di reddito degli statali che hanno subito di più gli effetti della crisi. L’idea è quella di andare a diminuire gli stipendi del personale della Pubblica amministrazione.
Il problema però è che tra le fasce reddituali più basse rientrano pressappoco 200mila lavoratori statali che sono quelli più a rischio per la perdita del bonus di 80 euro, che prevede il limite di 26mila euro annui. Infatti che guadagna tra i 24 e i 26 mila euro all’anno, e si vedrà aumentato lo stipendio sforerebbe la soglia, per questo motivo saranno previsti strumenti fiscali per evitare la perdita del bonus Irpef.
Un’altra importante novità prevista nel nuovo contratto dei dipendenti statali è il superamento della riforma Brunetta. La riforma del 2009, oltre a prevedere bonus di merito, stabiliva che la contrattazione non poteva prevalere sulla legislazione. Questo limite sarà applicato a tutti i comparti della P.A. compresa la scuola, così come richiesto anche dai sindacati. La riforma Brunetta lasciava senza bonus almeno un quarto dei lavoratori statali, il nuovo accordo, invece, stabilirà nuove forme di contratto che saranno oggetto di discussione delle prossime tavole rotonde tra il Governo e i Sindacati.