-di Ornella Esposito-
Così come un tempo si usava, nell’antica Napoli, lasciare al bar un caffè pagato per un avventore sconosciuto privo di danaro, cosiddetto “caffè sospeso”, dal mese di Maggio, presso alcune farmacie, sarà possibile lasciare un’esigua offerta per la “folina sospesa”.
L’iniziativa rientra nel progetto “Donafolina” lanciato da Antonio Marfella, medico per l’ambiente e ricercatore presso l’Istituto Nazionale per i Tumori di Napoli “A. Pascale”, noto per il suo impegno contro la terra dei fuochi e a favore di corrette politiche ambientali.
Il progetto verrà presentato giovedì 30 Aprile ore 11.00 presso il caffè Gambrinus di Napoli,luogo storico in veniva praticata l’antica usanza.
La folina, come è noto, è un prodotto a base di acido folico e vitamina B12 estremamente importante per prevenire le malformazioni genetiche del feto, e rientrante nel meccanismo di detossificazione del nostro DNA. Un farmaco si potrebbe dire necessario per le donne in gravidanza, soprattutto in un’epoca in cui l’inquinamento ambientale è sensibilmente aumentato e di conseguenza il rischio di insorgenza di malattie genetiche.
Ma non tutte le donne gravide possono permettersi di acquistare il prezioso farmaco (contenente 20 compresse), soprattutto quelle che vivono in contesti economicamente deprivati.
Ed ecco che nasce l’idea della “folina sospesa” nelle farmacie aderenti al progetto: «Iniziamo con duemila scatole di medicinale – spiega il dottor Antonio Marfella – donate dall’azienda farmaceutica palestinese Avicenna».
Le donne potranno acquistare nelle farmacie “convenzionate” la folina ad un prezzo inferiore a quello di costo, quasi pari a quello di un caffè (1 euro e 50 centesimi), e se vorranno il rimanente lo potranno lasciare a beneficio delle future mamme meno abbienti.
«In questo modo – prosegue il medico – lesignore meno fortunate possono usufruirne gratuitamente con il grande aiuto dei farmacisti che, in quanto sentinelle del territorio, conoscono i bisogni e le possibilità dei loro clienti-assistiti». L’iniziativa avrà infatti anche l’appoggio di Ferdefarma, ma auspica soprattutto il sostegno di privati e associazioni per potenziare la disponibilità di farmaci per le patologie genetiche. Ogni aiuto è naturalmente gradito.
Il progetto “Donafolina” – tiene a precisare Marfella – è un lancio che intende accendere i riflettori su questioni più ampie relative alla sanità, ambito in cui si è messo al centro degli interessi il Dio denarosostituendolo all’uomo con la logica conseguenza di unaforte diseguaglianza tra i cittadini nell’accesso alle cure sanitarie che diventano sempre più private, dunque, di elite.
«È urgente – tuona il medico – un riequilibro gestionale nel settore sanitario così da mettere in ordine le priorità: alcuni costi, come per esempio quello per la produzione dei farmaci, potrebbero diventare risorse».
«Sarebbe possibile – continua – consentire l’accesso a tutti ai farmaci generici se lo Stato, cioè il pubblico, li producesse in prima persona in sinergia con aziende produttrici di medicine. In questo modo ne trarrebbe anche beneficio economico».
Antonio Marfella cita un’azienda israeliana, la TEVA, con cui sta avviando una collaborazione, a suo parere “virtuosa” in quanto produce farmaci a basso prezzo e di qualità consentendo in tal modo l’accesso alle cure a tutti e non solo ai privilegiati.
I vertici della TEVA hanno compreso e dimostrato che i farmaci genetici passati di brevetto possono essere recuperati, senza intaccarne la qualità, e rivenduti a costi umani ovviamente rinunciando all’altissimo profitto.
Intanto si parte con la “folina sospesa” un gesto di solidarietà da mamma a mamma che costa poco più di un caffè ma ha valore inestimabile: la salute di un bambino in procinto di venire al mondo. Impossibile non partecipare.