Le affermazioni di Vincenzo Barone, rettore della Normale di Pisa – prestigiosa università toscana che ammette solo una sessantina di alunni all’anno – rilasciate a margine di un’intervista per il magazine “Qn”, hanno acceso un vespaio di polemiche, confermando il sospetto di molti: le donne all’interno delle istituzioni accademiche hanno vita più difficile dei colleghi uomini. Questo, soprattutto in campi tradizionalmente maschili come quello delle carriere accademiche in ambito matematico.
La denuncia dal direttore è chiara: “Ogni volta che si tratta di valutare o proporre il nome di una donna per un posto da docente, si scatena il finimondo”. A generare lo scandalo potrebbe essere stato l’arrivo nell’ateneo della professoressa Annalisa Pastore, prima donna in 208 anni di storia ad aver ottenuto il posto di ordinario nella classe di Scienze. Stando alle prime indiscrezioni, la grande preparazione della docente avrebbe destabilizzato l’intero ambiente universitario, generando malumori e costringendo lo stesso rettore ad evidenziarne l’accaduto. Tuttavia, non sarebbe la prima volta che ad una insegnante vengono messi i bastoni tra le ruote.
Solo pochi mesi fa, uno scandalo simile ha coinvolto la Tokyo Medical University, istituzione che avrebbe falsificato i test di ingresso delle donne per evitare di farle ammettere dal 2011. Non sorprende, quindi, che le parole di Barone abbiano immediatamente fatto il giro del mondo. C’è chi grida allo scandalo, chi non si stupisce più di tanto e chi vede invece confermati molti dei sospetti già esistenti.
La Normale di Pisa, migliore università d’Italia ed inserita tra le 50 più prestigiose istituzioni accademiche d’Europa, avrebbe dovuto dare in tal senso l’esempio. Ma così evidentemente, fino ad oggi, non è stato. “Preparazione, merito e competenze, dovrebbero essere i soli criteri per valutare un accademico, e invece arrivano calunnie belle e buone, con l’aggiunta, come accaduto in anni recenti, di lettere anonime e notizie false diffuse ad arte”, ha denunciato Barone. Parole già in passato sentenziate, nel 2016, quando – durante l’inaugurazione dell’anno accademico a Firenze – lo stesso rettore sottolineò: “Nella sede di Pisa abbiamo 35 professori e solo quattro sono donne: è una situazione imbarazzante, completamente sbilanciata in favore degli uomini, non si può andare avanti così”. E che qualcosa possa cambiare all’interno delle nostre università se lo augurano in molti.