di Rosario Pesce
È evidente che la fase, che stiamo vivendo, è segnata da mille dubbi ed incertezze.
Non ha arrecato, invero, effetti positivi la campagna di stampa contro il vaccino Astrazeneca, per cui, a causa anche delle riserve non copiose degli altri vaccini disponibili, le vaccinazioni stanno subendo un obiettivo ritardo in tutto il Paese.
Sarà, pertanto, necessario imprimere una svolta importante nelle prossime settimane, se si vuole arrivare agli inizi di luglio ad una possibile, compiuta immunità di gregge, che possa consentire il ritorno alla piena normalità.
La vicenda dei vaccini ha, evidentemente, palesato un limite innegabile: il cortocircuito fra le istituzioni.
Regioni, Governo nazionale, Unione Europea, infatti, non si sono mosse all’unisono, per cui i ritardi nell’approvvigionamento dei sieri e le difficoltà di ordine logistico hanno cagionato le problematiche odierne, che si ripercuotono in particolare sulle categorie produttive che necessitano del vaccino per tornare allo standard consueto.
Siamo certi, comunque, che – come in altri momenti storici particolarmente complessi – l’Italia saprà, anche in questo caso, imprimere l’accelerazione che serve per recuperare il gap rispetto ad altri Stati, come il Regno Unito, che potranno agli inizi di maggio già riprendere una vita sociale ed economica pressoché normale.
Si dovrà, indubbiamente, fare tesoro degli errori commessi in questi mesi, ma senza alcun dubbio le nostre istituzioni saranno in grado di assicurare la necessaria attenzione nella fase decisiva per uscire dalla pandemia in maniera definitiva.
Ed, allora, potremo dire di aver effettivamente messo alle nostre spalle il periodo più buio della nostra storia recente, foriero di conseguenze – purtroppo – per molti decenni ancora.