di Christian Sanna
Me ed io sappiamo o meglio io ed il giocoliere di parole che c’è in me siamo consapevoli che da almeno un decennio la mia letteratura migliore é quella non scritta, poichè iscritta nelle liste del “potenzialmente avrei potuto, ma non ho voluto”, in fondo, le cose riuscite non riescono mai come le si era immaginate, sognate, preventivate.
Gli odori migliori sono andati via per sempre, perchè legati a quel periodo preciso della propria vita con quelle emozioni che probabilmente i ricordi hanno amplificato e mitizzato. Lo stesso odore, oggi, non ha più senso; quelle emozioni, nel tempo si sono trasformate e siamo cambiati noi, sono cambiato io. Tuttavia, non mi sono stravolto! Non credete ai cambiamenti integrali, totali.
Si cambia, ma a meno di traumi ed incidenti di percorso gravi, non ci si stravolge rispetto a ciò che si era un ventennio o decennio fa. Un individuo che a cinquanta o sessant’anni si dimostra ossessionato dal potere, a trenta ci flirtava, a venti lo spiava dal buco della serratura. Da adolescente a scuola dava risposte sbagliate al compagno di classe interrogato solo per il gusto di sbaragliare la concorrenza, da impiegato faceva le scarpe al collega d’ufficio per farsi bello davanti agli occhi del datore di lavoro. Questo giro di parole per dire che non credo nei cambiamenti, ma credo fortemente nei miglioramenti e soprattutto nei peggioramenti.
Di certo, non mi scopro oggi un incallito pessimista, ma ditemi come si può essere ottimisti con questi chiari di luna? E’ molto più semplice peggiorare che migliorare, perchè per ottenere il miglioramento bisogna sacrificarsi, dedicarsi, impegnarsi, mettersi nei panni dell’altro, farsi sala operatoria che respinge l’infezione dell’invidia col suo ambiente asettico, persino assentarsi da se stessi (ma qui è una nicchia per le menti veramente eccelse e non per quelle con una intelligenza commerciale, sponsorizzate dai maestri dei vuoti di pensiero), mentre per peggiorare si è sempre in tempo, basta restare umani che non può e non deve essere un vanto, poichè l’umanità è infarcita di cattiveria e di negatività.
Si dovrebbe cercare di essere meno terreni e più celesti, magari dipingendosi i capelli di blu per assomigliare al firmamento con le stempiature che dovrebbero segnare il confine fra terra e cielo, fra verità assolute da quattro soldi e tradimenti per trenta denari ed il dubbio, la ricerca del senso della vita, il monitoraggio della crescita della coscienza, la poesia.
Non lo so, forse saranno le Nuvole di Aristofane, quel coro mediatore fra logos e physis o le Nuvole Barocche di Faber amico fragile dove E fu la notte ma divenne presto luce Per i tuoi larghi occhi. Sarà l’immenso ed inspiegabile (per un essere umano con una vita che ha inizio e fine) repertorio di Bach o saranno Dalie, cuori sanguinanti, gazanie, orchidee, tulipani, rose con i loro colori, forme e profumi. Saranno gli occhi di una donna innamorata, il gesto di tormentare i suoi capelli se argomento e chi argomenta risultano interessanti, sarà la magia che si crea quando due sono affini, così affini che in un universo tanto grande si sarebbero comunque prima o poi incontrati, perchè destinati. Sarà la dignità che il dolore e le sofferenze ti tatuano sulla faccia, la grazia con cui la ragazza dei miei vent’anni mi sorrideva e sulla spiaggia raccoglieva il cappello che un soffio di vento le aveva fatto volare via e a me tutta la scena sembrava bellissima, mentre la guardavo e avevo uno sguardo indulgente verso la vita, perchè non avendo mai imparato ad amare ero comunque bravo ad innamorarmi; di un’idea, una possibilità, una sigaretta spenta, un bacio sugli occhi dove citando Gozzano Ti bacio sugli occhi lungamente e su la bocca in fretta, per non morire, creavo romanticismo e disperazione.
Sarà che non mi addormento senza leggere una poesia di Salinas e mai chiudo l’indagine sull’anima che ha più dubbi che appunti e comunque più appunti che mari calmi. Saranno le estati in Sardegna con quel mare miracoloso che Dio ha rovesciato sulla terra dalla sua vasca da bagno di Sogno e Fede, sarà che nella testa i pensieri vivono in un ambiente di musica e di poesia, ma io ho sempre cercato la Bellezza con la convinzione che fosse l’esatto opposto della perfezione.
Perchè alla staticità e alla sicurezza della fortezza ho sempre pensato fosse più interessante assaltare quella solidità senz’anima da una posizione rischiosa, precaria ma suggeritrice di spunti, dispensatrice di opzioni. Del resto staticità non è migliorare nè peggiorare; dinamicità è rischiare. Un giorno sei sulla luna e un altro in cantina. Sulla luna credo sia fantastico, ma a pensarci bene se in cantina incontri una buona bottiglia di vino rosso, forse è pure meglio.