Casoria come Milano, l’Eur di Roma come il Vomero di Napoli.
Non conta dove vadano a scuola i nostri ragazzi, quello che li accomuna tutti é la domanda che ogni singolo genitore si è certamente posto all’indomani di un qualsiasi evento sismico, da quello delle Marche a quello di San Giuliano in Puglia.
La domanda è sempre la stessa: “la scuola di mio figlio sarà sicura” ?
Dubbio piu’ che lecito, se si pensa che oltre il 65% degli edifici scolastici campani è stato edificato prima della normativa antisismica del 1974 (fonte indagine Ecosistema scuola 2016 di Legambiente). Una domanda che si sono posti tra tanti anche i genitori dei bimbi che frequentano il 55^ circolo di didattico “M. De Vito Piscicelli” di Napoli, ricevendo in cambio la spiacevole conferma della mancata antisismicità del plesso dove ogni mattina si recano 1000 tra bimbi e personale docente e non, e dove li si immagina al sicuro. Sicurezza che, come recita il sito della protezione civile “è demandata ad una ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3274 del 20 marzo 2003, che riclassifica l’intero territorio nazionale in quattro zone a diversa pericolosità, eliminando le zone non classificate, e introduce l’obbligo per gli enti proprietari di procedere alla verifica sismica degli edifici strategici e di quelli rilevanti per finalità di protezione civile. Tra questi ultimi rientrano anche le scuole”.
Verifiche che, anche alla luce degli ultimi eventi verificatisi tra Marche ed Abruzzo e da molti avvertiti anche a Napoli, sono state prontamente richieste dalla Preside Prof.ssa Gabriella Talamo anche su pressione dei genitori stessi e delle quali si attendono l’espletamento e gli esiti da parte dei tecnici del comune.
La prevenzione quindi, l’unica arma che pare al momento idonea a garantire quei requisiti minimi di tranquillità che ci si attenderebbe quando, varcando un cancello, si affidano gli affetti piu’ cari ad uno Stato che in quel momento si chiama Scuola.