Prorogata fino al 5 maggio 2019 la personale su Escher. Troppe le richieste per le 200 inconfondibili e pazzesche geometrie di Escher in mostra al PAN, Palazzo delle Arti Napoli, allestite rigorosamente in ordine temporale. Prospettive improbabili, animali a ripetizione che si rincorrono, labirinti di scale che escono dalle pareti o mani che si disegnano a vicenda. Un tripudio irrefrenabile di creatività: è questo il soggetto dei suoi disegni.
Sin da piccolo, Maurits Cornelis Escher ha mostrato l’attrazione verso una concezione anticonvenzionale degli spazi. Una sua compagna di scuola racconta che una volta, aggiungendo pezzi di formaggio su una fetta di pane, Escher stesse attentissimo a non lasciare spazi vuoti. Per il resto, era molto chiuso in sé stesso e non eccelleva in nessuna materia, a parte il disegno.
Gli unici due colori che utilizzava la maggior parte delle volte erano il bianco ed il nero, che insieme rendevano al meglio la sua arte. Per le stampe utilizzava la litografia e la xilografia, che prevedevano la prima l’incisione a rovescio su pietra e la seconda su legno. Entrambe tecniche già in disuso per l’epoca, perché lui voleva che l’arte si potesse riprodurre.
Terminati i suoi studi in Olanda dove nacque, viaggiò molto, specialmente in Italia. Ad Amalfi, infatti, conobbe la sua futura moglie, Jetta Umiker, figlia di un industriale svizzero. Alcuni dei luoghi italiani visitati divennero oggetto di incisioni e litografie in chiave molto più realistica. Quindi, raccontò attraverso i suoi disegni anche la realtà, non solo astrazioni.
Con la sua arte è stato d’ispirazione per molti fumetti, magliette, francobolli ed anche copertine di LP e film. Ad esempio, la cover di On the run dei Pink Floyd, le rampe fatate di Hogwarts della saga di Harry Potter che rimandano alle Case di Scale, o ancora un’intera sequenza girata dentro al quadro in Una notte da leoni III.