Premessa fondamentale.
Non sono proprietario di seconde o terze case, mentre su casa mia ci pago un mutuo, quindi posso essenzialmente dire di non essere parte in causa: in casa magari sì, visto ciò di cui voglio parlare, ma in causa no di certo.
Fatta la premessa, la riflessione in senso stretto.
Leggo di richieste di blocco del pagamento dei canoni di locazione in relazione alla crisi drammatica che è stata scatenata dal covid19 e che sta colpendo un po’ tutti. E qui veniamo al punto: un po’ tutti.
Sono d’accordissimo, non potrei non esserlo, sul fatto che si debba dare sostegno vero e concreto a chi è in difficoltà e non può, fra le altre cose, pagare l’affitto per cause indipendenti dalla sua volontà, da suoi eventuali demeriti, da personali negligenze.
Mi chiedo però: è giusto che questa doverosa forma di sostegno ai più deboli cada come una mannaia sui proprietari di appartamenti e/o locali commerciali?
Fra costoro esistono, io credo, situazioni le più disparate e varie.
Un conto è, infatti, il tizio che fra case e locali commerciali becca migliaia di euro: per lui veder venire meno un fitto non dovrebbe costituire problema insormontabile.
Ma la persona normale, quella che col fitto integra un’entrata altrettanto “normale”, entrata normale che magari adesso è pure venuta meno, e ciò per la stessa ragione per la quale il suo inquilino vorrebbe non corrispondere il canone pattuito: questa persona normale come fa, come la sfanga? Ha meno diritti dell’altro cittadino, quello che ho detto sia giusto e doveroso aiutare? Che si fa? Si stabilisce un blocco dei fitti ad personam/as?
Chiarisco che, ovviamente, non ho la minima idea di come si possa fare ad uscirne, e che per me sarebbe opportuno che l’aiuto andasse a tutti, che delle esigenze di tutti si tenesse conto.
La contrapposizione inquilino/proprietario di 8/900esca memoria, però, in questo secolo rischia di avere poco senso o, comunque, di risultare anacronistica, perché i padroni di casa spesso sono, oggi, persone che hanno una situazione economica non molto diversa da quella dei loro affittuari.
Che poi, forse un’idea di come si possa uscirne ce l’ho. Stavolta la politica italiana dovrà mostrare di avere dignità e attributi al tempo stesso: stavolta la politica italiana non potrà e non dovrà lasciare che si scateni una guerra fra poveri in nome del <<si salvi chi può>>.
In questa dannata realtà in cui siamo precipitati serve e servirà una leadership forte, capace di imporre, certo non da sola, ai falchi d’Europa una linea di solidarietà vera.
Fuori i coronabond, e guai a pretendere che ci si attenga ad obblighi in stile Grecia: come ha fatto osservare il Premier Conte, qua non parliamo di una crisi figlia di comportamenti irresponsabili, bensì della conseguenza di una pandemia che, se non si vuole scaricare la colpa sulla Cina, non è certo dipesa da noi.
Ergo, l’Europa dia un senso alla sua stessa esistenza ed aiuti: non l’Italia o gli italiani, non la Spagna o gli spagnoli, ma aiuti se stessa.
E sì, perché in caso contrario a qualcuno non resterà che farla saltare, questa Europa degli egoismi, ed a quel punto noi, o la Spagna, o qualche altro saremo Sansone, certo: ma in Germania o in Olanda lo sanno, vero, chi erano i filistei?