di Maurizio Zaccone
Sembra che qualche genio abbia pensato di arricchirsi con un furto epocale.
A quanto ci raccontano, nel mentre si giocava Napoli – Inter, qualche Arsenio Lupin in Curva A, che pure avrà pagato 30€ per assistere alla partita, si è allontanato dagli spalti e, sorretto da qualcuno perché uno scaletto dove lo prendeva, ha ben pensato di staccare 12 faretti ancora collegati alla corrente elettrica. Con le mani? Con gli attrezzi necessari che si era portato da casa per il colpo del secolo? Non lo so. Un bottino di qualche decina d’euro che avrà anche diviso con i complici presumibilmente. Una storia strana, sia che si tratti di furto che di atto vandalico.
Ma i faretti, spiega l’Assessore Borriello, sono stati davvero rubati: «Per un paio di imbecilli, non è giusto paghino tutti». Esatto. Ma è ormai troppo tardi.
E’ già partito lo #Sputtanapoli nazionale che è sempre alimentato dal nostro endemico bisogno di sentirci colpevoli per “un paio di imbecilli”, come li ha giustamente apostrofati l’Assessore.
Perché siamo campioni nel martellarci le zone basse al grido di “facciamo schifo” – “non ci meritiamo niente” e via dicendo. E’ una caratteristica tutta nostra.
Anziché sentirci vittime ci sentiamo colpevoli. Lo stadio è di proprietà del Comune, quindi nostro.
Se un coglione lo danneggia, danneggia un bene di proprietà di un altro milione di persone.
E quel milione di persone sarebbe vittima del danno non colpevole. Quel milione di persone prenderebbe a calci nel sedere chi sfregia, danneggia e rovina la nostra città e anche la nostra immagine. Per carità i coglioni che remano contro non sono nell’ordine di poche unità, ci sono consistenti sacche di inciviltà che si fatica a debellare.
Ma restano un tumore che aggredisce un corpo sano, sempre una parte minoritaria.
E anziché invocare controlli, personale di sorveglianza, ci sputiamo allo specchio.
Siamo meravigliosi.
Paghiamo un biglietto per assistere a uno spettacolo in condizioni pietose e la colpa è nostra.
Non possiamo lamentarci. I portoghesi entrano allo stadio senza biglietto e si posizionano sulla balaustra, obbligando le prime file a salire in piedi sui sediolini per potersi godere la partita, e la colpa di chi è? E’ nostra.
Mica di quei 100/200 “portoghesi o di chi non li manda via?
Mica ci si pone il problema delle decine di migliaia di persone perbene che vengono penalizzate?
E’ colpa nostra, se ci hanno rubato il faretto nel bagno. E’ colpa nostra se ci passano avanti nella fila, è colpa nostra se troviamo il posto assegnato occupato, è colpa nostra tutto.
Anziché essere uniti nel pretendere e poi sostenere regole e controlli (perchè la violazione delle stesse è noi che danneggia) preferiamo arrenderci a questa narrazione scontata che ci vede tutti colpevoli. Siamo proprio noi a fornire l’alibi perfetto a chiunque dovrebbe garantirci i nostri diritti.
Finiamo sempre così: curnut’ e mazziate.
Pertanto, se siete di quelli che sottraggono la libertà degli altri, che violentano e saccheggiano quotidianamente la nostra città, che non hanno il minimo senso della civiltà, allora fate bene a dire “facciamo schifo”. E andatevene il prima possibile.
Se però siete anche voi tra quelli che la città la rispettano e la difendono, e non solo allo stadio, allora sarebbe il caso di cominciare a dire: “fanno schifo”.
E augurare il peggio a “loro”, non a noi stessi.