Il Fisco, in assenza di uno slittamento del termine di sospensione del 15 ottobre, dovrà recapitare agli italiani circa 9 milioni di cartelle esattoriali. Un numero impressionante se messo in relazione alle difficili condizioni economiche in cui versa il nostro Paese a causa dell’emergenza pandemica da Covid-19.
In larga parte si tratterebbero di avvisi Imu e Tasi per l’anno 2016: trentamila già le richieste di pagamento spedite ai cittadini. A queste si aggiungerebbero 2500 richieste per l’Imu del 2015 e 2500 per la Tasi dello stesso anno; cartelle queste rappresentanti verosimilmente le rimanenze delle precedenti attività di accertamento realizzate durante l’anno 2019 ed i mesi iniziali del 2020.
Nel frattempo si invoca una nuova proroga sulla scia del noto articolo 99 del decreto “Agosto”, il quale ha già fatto slittare dal 31 agosto al 15 ottobre 2020 i termini di sospensione di versamenti di somme dovute da cartelle di pagamento, accertamenti esecutivi, accertamenti esecutivi doganali, ingiunzioni fiscali degli enti territoriali e accertamenti esecutivi dei Comuni.
Tuttavia senza una nuova proroga, dal 16 ottobre il Fisco potrà riprendere i pignoramenti su stipendi e pensioni, aggravando le già dissestate finanze di milioni di italiani. La proroga per la ripresa della riscossione coattiva era stata in qualche modo ventilata dalla stessa amministrazione finanziaria, pronta ad organizzarsi per diluire nel tempo la notifica delle 9 milioni di cartelle.
Non è escluso allora che già dal prossimo decreto – in arrivo per definire le restrizioni anti-pandemia e prorogare termini in scadenza – l’esecutivo possa inserire il differimento del termine di altri 45 giorni o addirittura far sì che vi sia uno slittamento fino alla fine del 2020, così come stanno ripetutamente invocando le opposizioni di centro-destra in Senato.
Di certo la proroga esattoriale è strettamente legata ad un altro fattore di imprescindibile importanza: la proroga dello stato di emergenza, che verrà proprio in questi giorni discussa in Parlamento e su cui si profila all’orizzonte un acceso dibattito.