di Alessandro D’Orazio
L’ex presidente della Camera Gianfranco Fini è stato rinviato a giudizio con l’accusa di riciclaggio da parte del gup di Roma, al termine di tre ore di camera di consiglio. Oltre al leader politico, sono stati rinviati a processo anche Elisabetta Tulliani (compagna di Fini), il padre e il fratello di quest’ultima, Sergio e Giancarlo, e l’imprenditore Francesco Corallo. Inoltre sono risultati indagati altri cinque nomi, tra cui il parlamentare di Forza Italia Amedeo Laboccetta.
La Procura della Repubblica capitolina contesta, a vario titolo, i reati di associazione a delinquere finalizzata al peculato, riciclaggio ed evasione fiscale. L’indagine salì agli onori della cronaca a causa della compravendita di un appartamento a Montecarlo, lasciato in eredità dalla contessa Annamaria Colleoni ad Alleanza Nazionale. Secondo gli inquirenti, infatti, alcuni dei personaggi indagati avrebbero fatto parte di un’associazione per delinquere dedita al riciclaggio di svariati milioni di euro mediante evasione fiscale.
I soldi, dopo essere stati ripuliti, sarebbero stati utilizzati per attività economiche di vario genere, ma anche nell’acquisto di immobili con il coinvolgimento di membri della famiglia Tulliani. Gli accertamenti hanno riguardato anche l’immobile monegasco sito in Boulevard Principesse Charlotte 14, il quale è finito nella disponibilità di Giancarlo Tulliani. L’appartamento in questione sarebbe stato acquistato da Tulliani attraverso due società appositamente costituite. In particolare, il coinvolgimento di Gianfranco Fini nell’inchiesta è legato al suo rapporto con Corallo, il “Re delle slot machines”. Un rapporto, secondo l’accusa, alla base del patrimonio della famiglia Tulliani, parte dei cui membri (così come lo stesso Fini) sono accusati di concorso in riciclaggio e non di associazione per delinquere.
Dal canto suo, l’ex leader di Alleanza Nazionale ha dichiarato: “Sono pronto a chiarire davanti ai giudici e a dimostrare la mia assoluta estraneità dei fatti”. Hanno aggiunto, inoltre, i legali: “Siamo convinti che riusciremo a dimostrare l’estraneità di Fini all’esito dell’istruttoria dibattimentale. Il rinvio a giudizio di tutti dimostra che la vicenda, così complessa e articolata, anche alla luce di quanto argomentato da noi difensori, sia meritevole di essere sottoposta al vaglio del tribunale”.