Gli animali, compreso l’uomo, da quando esistono non hanno avuto confini: i confini erano marcati dai limiti delle aree che offrivano adeguate condizioni per vivere e riprodursi.
Cioè dalla disponibilità delle risorse naturali: cibo, acqua clima! Al variare di queste condizioni, e sono cambiate molte volte naturalmente, gli animali e l’uomo si spostavano seguendole.
Animali e uomini sono sempre stati migratori, migranti! E’ nel loro “DNA”!
Gli animali marcavano e marcano un loro territorio di competenza in conflitto con altri simili, venendo spesso a duri scontri per il potere sul territorio.Niente è cambiato nel DNA! Sono stati posti vincoli fittizi territoriali imposti dai più forti, conquistati con guerre, persi con le guerre.
I gruppi più motivati e forti difendevano e difendono il loro territorio anche crudemente!
Chi non è in grado di difenderlo viene sopraffatto, lentamente e progressivamente; gruppi etnici sono sostituiti da altri!
E’ la lotta eterna per la sopravvivenza e per un maggiore potere!
Semplice nel mondo animale, più complicato in quello umano!
Complicato dalla mente umana, subdola, arrogante ma sempre con in testa…il potere!
Comandare sugli altri!
Ecco la conquista delle risorse naturali di importanza strategica anche in diversi continenti per assicurarsi cibo ed energia.
Conquiste subdole, economiche, non mortali e apparentemente non crudeli, in un primo momento!
Ma letali poi!
Non ci meravigliamo: economia globale, trasferimenti di attività produttive, spostamenti di capitali subdoli e merci contraffatte in grande stile: chi è più svelto, più corruttore, più cinico, più crudele, più calcolatore e subdolo sta vincendo.
Per fare cosa, poi?
Quello che facevano gli uomini preistorici migliaia di anni fa: assicurarsi un territorio in cui vivere e prosperare e riprodursi sopraffacendo gli altri più deboli e destinati ad estinguersi.
Riflettendo di più sui comportamenti animaleschi si riescono a leggere comprendere più chiaramente le dinamiche antropiche recenti e attuali dell’uomo tecnologico chiamato “moderno” ma sempre antico, anzi antidiluviano!