Finalmente il basket è di nuovo protagonista a Napoli. La A2 non è più un sogno. Ora è realtà. I playoff si sono conclusi ieri, a Montecatini, con lo spareggio promozione tra la CO.MARK Bergamo e la compagine partenopea. La squadra di coach Ponticiello si è imposta col punteggio di 64-59, dopo aver condotto la partita per tutti e 40 i minuti di gioco, senza però privarsi di qualche patema d’animo.
Un grande, immenso Njegos Visnjic ha trascinato la squadra con i suoi 31 punti, facendosi trovare pronto in ogni momento della partita. Momento conclusivo dei playoff che rischiava di essere amaro per Napoli, visto che ci si giocava tutto in quaranta minuti, dopo una stagione intera dominata in lungo e in largo.
E non è mai facile riuscire a pensare che su due squadre quella che la spunterà sarà proprio la tua. Ma basta seguire i nomi per avere le indicazioni giuste. Come uno degli insegnamenti di Alexander Supertramp recita: “Chiamare le cose con il loro vero nome”.
E questa squadra si chiama Generazione Vincente Cuore Napoli Basket. E non la si può definire diversamente da così. Vincente. E con un Cuore enorme. Un cuore che è venuto fuori, nel momento cruciale della stagione, in gara 4 di semifinale, a Cassino. La serie più difficile di questi playoff, l’unica, prima delle final four, in cui Napoli non ha lasciato a zero vittorie gli avversari. Al “Palasport Cassino” campeggiava uno striscione dei tifosi di casa. “Cuore, voi di nome, noi di fatto!” E no, cari miei. Noi di nome.
Noi di fatto. Il cuore di Napoli non si batte, in qualunque ambito proviate ad esportarlo. E ieri se n’è avuta l’ennesima dimostrazione. I sogni del popolo cestista partenopeo potevano infrangersi a pochissimi metri dal traguardo, invece sono rimasti intatti e sono poi esplosi sotto forma di felicità.
La felicità di un gruppo che ha dato tutto quello che poteva per far felice una tifoseria senza eguali. La felicità di chi segue questa squadra in ogni palazzetto, senza preoccuparsi della categoria o delle difficoltà. La felicità di chi ora, finalmente, può far rinascere la pallacanestro in una città che merita ben altri palcoscenici. Ben altre final four. C’è spazio per programmare, c’è tempo per costruire. Ora è il momento della festa. Grazie ragazzi. Ad maiora.