Le previsioni a lungo termine non sono peraltro incoraggianti: “Il caldo e il clima soleggiato in Groenlandia è destinato a persistere, quindi lo scioglimento dei ghiacci proseguirà”, ha rilevato la climatologa Ruth Mottram. “Questo luglio ha eguagliato, se non superato, il mese più caldo mai registrato, secondo gli ultimi dati Wmo, World Meteorological Organization”, ha invece twittato il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres; aggiungendo anche: “Se non interveniamo subito, gli eventi meteorologici estremi saranno solo la punta dell’iceberg e quell’iceberg si sta rapidamente sciogliendo”.
È stato appurato, come detto, che il mese uscente abbia letteralmente riscritto la storia del clima con dozzine di nuovi record di temperatura a livello locale, nazionale e globale. Il caldo straordinario è stato accompagnato da un drammatico scioglimento dei ghiacci oltre che in Groenlandia, anche nell’Artico e sui più importanti ghiacciai europei. Incendi senza precedenti hanno per di più imperversato nel Nord Europa per il secondo mese consecutivo, devastando foreste incontaminate che assorbivano l’anidride carbonica e trasformandole in fonti di gas serra.
Fenomeno che si unisce al profondo mutamento della realtà climatica odierna. La stessa World Meteorological Organization prevede, infatti, che il 2019 sarà tra i cinque anni più caldi e che il 2015-2019 sarà il quinquennio più caldo mai registrato.
Il 25 luglio – si legge sul sito della organizzazione – Belgio, Germania, Lussemburgo, Paesi Bassi e Regno Unito hanno registrato nuovi record nazionali, tanto che le mappe meteorologiche sono state riviste per includere, per la prima volta, temperature superiori ai 40°C. Parigi ha registrato il giorno più caldo in assoluto, con una temperatura di 42,6°C alle 16.32, un valore senza precedenti dall’inizio delle misurazioni. L’ondata di calore è stata causata dall’aria calda proveniente dal Nord Africa e dalla Spagna, trasportata dall’Europa centrale alla Scandinavia. Mutamenti questi da tenere sotto osservazione per non incorrere in ben più gravi e progressive conseguenze sotto il profilo climatico e meteorologico.