di Alessandro D’Orazio
La Human Library è nata nel 2000 dall’idea di due fratelli, Ronni e Dany Abergel, e dei colleghi Asma Mouna e Christoffer Erichsen, suscitando nel tempo grande curiosità e interesse. Il progetto è stato successivamente esportato in circa 80 Paesi in tutto il mondo. Una trovata vincente in grado di abbattere la diffidenza e favorire il dialogo tra le persone. Inizialmente aperta otto ore al giorno per quattro giorni consecutivi, la biblioteca umana vanta oggi una presenza in ben sei continenti grazie soprattutto al contributo dei volontari che si pongono al servizio della libreria.
I libri viventi sono spesso persone che hanno la consapevolezza di essere legate a stereotipi e pregiudizi ma sono anche uomini e donne desiderosi di scardinarli attraverso la narrazione della propria esperienza di vita. La scelta delle tematiche su cui fondare il dibattito è libera e converge verso più obiettivi, che contemporaneamente sono diventati anche i valori su cui si fonda la realtà culturale danese: sfidare i pregiudizi, combattere la discriminazione, prevenire i conflitti e contribuire a creare comunità più inclusive e coese attraverso le differenze culturali, religiose, sociali ed etniche.
Sebbene le difficoltà non siano mancate, il progetto dei fratelli Abergel è stato accolto positivamente sin dall’inizio e a partire dal 2008, con l’arrivo del progetto anche negli USA e in Canada, ha conosciuto una vera e propria impennata. Oltre a mettere a disposizione gratuitamente libri umani, l’organizzazione offre percorsi di formazione per gli assistenti sociali dell’Institute of Social Work di Copenaghen e per il personale di grandi realtà aziendali. I suoi servizi sono famosi in tutto il mondo, tanto che tra i suoi clienti più noti figurano nomi importanti come eBay, IKEA, Heineken, Microsoft, il Fondo Monetario Nazionale (FMI) e tanti altri.