Allora, vediamo se ho capito bene. Mettiamo che abbiamo un studente che abita in provincia di Torino, in un paesino sperduto tra le montagne. Studia in Francia e tutte le mattine si deve alzare alle quattro, percorrere un tratto di strada a piedi fino alla fermata della corriera, raggiungere la stazione, farsi due ore di treno e una volta arrivato a destinazione, deve ancora prendere il metro per raggiungere la scuola. Il ragazzo è un ragazzo che studia, che si deve prendere una “laura”, che tiene la testa al proprio posto, cioè sul collo.
Punto! Due punti! Ma si, abbundandis abbundandum… Ciò non toglie che il ragazzo nel tempo libero, in Francia trova pure una ragazza con la quale instaura “un punto di partenza di una interlocuzione tra i due esecutivi”, tale Elizabeth, che di professione non fa la ballerina nello spettacolo “La caravella delle donne perdute”, come la fidanzata del nipote dei fratelli Caponi, ma la ministra. Il papà del ragazzo è un tipo sbrigativo, un “aucellone” tutto chiacchiere e distintivo con la voce grossa, di quelli che si sono fatti da soli. Vorrebbe comprare un auto al figlio, in modo che la mattina possa guadagnare qualche ora di sonno, mettersi in macchina e raggiungere direttamente la Francia.
La mamma, come tutte le mamme del sud, comincia ad rompere i coglioni. Dice che la macchina costa troppo, che bisogna aggiungere le spese di assicurazione, il carburante, la manutenzione. Inoltre le strade sono ghiacciate, c’è pericolo di incidenti, e poi il ragazzo, che non è molto sveglio, andando in treno può socializzare con qualche ragazza, oppure può approfittare del tragitto per studiare o per schiacciare un pisolino, in modo da arrivare a destinazione fresco e riposato. La famiglia inevitabilmente si divide: fratelli, nonni, zie e zie, cominciano a blaterare come appunto vecchie zie.
C’è chi vorrebbe che il ragazzo continuasse a prendere il vecchio romantico trenino e chi invece opta per la più moderna, efficiente e comoda macchina. Non trovandosi un punto di incontro, si decide, di comune accordo, di affidarsi a un giudizio terzo, estraneo alla famiglia. Un professionista, magari un notabile del paese, che naturalmente dietro compenso, sentite le parti in causa, esaminata la situazione secondo le varie sfaccettature, provveda, previa un’accurata analisi “costi/benefici”, a stabilire quale sia la soluzione migliore.
Tutti d’accordo, con un’unica raccomandazione: fare presto perché l’anno scolastico si avvia alla fase cruciale ed il ragazzo deve continuare gli studi nel migliore dei modi possibili. Il ragazzo nel frattempo continua a spassarsela “pancia a terra” con la francesina e comincia a fottersene altamente della scuola, della mamma rompicoglioni, del papà decisionista e dei famigliari che non si fanno i cazzi loro. Finalmente arriva la tanto agognata analisi “costi/benefici” che il ragazzo provvede a ritirare direttamente. Il Papà non ne sa ancora niente, né tanto meno ne sanno qualcosa la mamma ed il resto della famiglia che alla fine sono quelli che devono prendere la decisione finale.
Sollecitano il professionista incaricato, ma questi dice di aver già svolto il suo compito giustamente e lautamente pagato, ed ha consegnato il tutto al ragazzo, il quale interpellato dalla famiglia, risponde candidamente: “Ah già, l’analisi costi/benefici? L’ho mandata ad Elizabeth, in Francia!”. A questo punto mi aspetto che da un momento all’altro compaia il cartello “Sei su scherzi a parte!”, ovvero, vista la mia età, improvvisamente sbuchi alle mie spalle Nanni Loi che faccia la zuppetta nel cappuccino che sto prendendo al bar, proprio come fanno ormai in Europa, dove tutti si “spugnano la fresella” alle nostre spalle.