“Il fine giustifica i mezzi. Grazie triade.”

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  • di Danilo Cappella

Pare incredibile, ma dopo l’estate del 2006, quella dello scandalo Calciopoli per intenderci, nella curva della Juventus campeggiava davvero questo striscione.
Surreale, viene da pensare.
Invece no, è soltanto l’ennesima dimostrazione che al peggio non c’è mai limite.
Del resto, questa gente è sempre rimasta impunita; conscia delle proprie colpe, ma capace di additare altri delle stesse.
L’ultimo capitolo di questa scabrosa quanto ormai ridicola farsa è andato in scena 20 giorni fa.
Il Tar del Lazio ha respinto il ricorso della Juventus, che pretendeva un risarcimento dalla Figc pari a 443 milioni di euro.
Io non so se ridere o piangere.
443 milioni di euro.
Dev’essere per forza uno scherzo.
Tra l’altro, questa richiesta va avanti da anni; e da anni viene respinta, respinta, e ancora respinta.
La Juve promette di ricorrere ancora.
La Figc, nelle vesti di Tavecchio, promette di richiedere a sua volta danni alla Juventus per “lite temeraria”; e ne avrebbe ogni diritto, e vincerebbe la causa a mani basse.
Ma figuriamoci.
Questo teatrino ci ha stancati ancor prima che iniziasse.
E ogni anno assistiamo alle stesse scene; e onestamente la fiducia in questo calcio, anzi, in questa serie A, tende a scemare sempre di più.
È come un circolo privato, di quelli in cui le persone anziane si ritrovano al mattino per giocare a scopone.
E c’è quello che imbroglia.
Ma voi ve lo immaginate?
E quando lo fanno giocare più ad uno così?
Mai.
Ma non solo in quel circolo.
Una persona così non verrebbe accettata in nessuna parte del mondo, perché è scorretta, perché fa perdere senso al gioco, al divertimento, perché, manco fossimo in Inception, instilla per sempre il dubbio di stare imbrogliando in qualunque persona lo circondi.
E poi il vecchietto imbroglione (o la Vecchia Signora imbrogliona, fate voi), non contento, viene da te, ti dice che niente di quello che asserisci è vero, ti insulta, ti umilia, torna a giocare contro di te e a vincere (sempre in maniera quantomeno strana) e pretende pure che il capo dell’associazione gli dia una quantità immane di soldi perché lui è lui, e gli altri non sono nessuno.
Però, caro il mio vecchietto, sappi che se vieni da me, io ti cito in tribunale, ti faccio cacciare fior fior di milioni, e non ti faccio giocare mai più.
Io non sono la Figc.
Io sono un amante dello sport più bello del mondo, e non ti perdonerò mai per averlo rovinato.
Mai!
Le cose vengono sempre a galla, state tranquilli.
Il vento cambierà.
Del resto, come Tomas Milian in “Delitto a Porta Romana” ci insegna:
“Chi caga sotto la neve, pure se fa la buca e poi la copre, quando la neve si scioglie, la merda viene sempre fuori.”

 

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