di Christian Sanna
La tocco piano: tutto è già stato pensato, scritto, detto, musicato, cantato, inscenato, insegnato. L’unica variabile impazzita è che l’uomo non impara e se lo fa dimentica in fretta o comunque dimostra con certe azioni di non sapere che farsene degli insegnamenti, dove e come applicarli. Come se si fosse rimasti sospesi sul piano teorico già abbastanza balbuziente con buona pace della messa in pratica.
Così avviene l’inganno, un’anomalia che evidenzia una dualità di contrasti; alle belle parole di propaganda e le buone intenzioni non seguono azioni all’altezza, gesti concreti. Coraggio, il meglio è passato, quanto manca l’ironia amara di Ennio Flaiano o le intelligenti freddure di Marcello Marchesi Oggi, tutto non basta più. E credetemi, non è per tirare l’acqua al mulino del proprio tempo, sarebbe scontato per uno della mia età rimpiangere gli anni ottanta e novanta, ma davvero credo che non ci sia più nulla da dire ed intendo in quel senso alto che ti allontana dal fango per avvicinarti al punto di vista di Dio. Per non soccombere è necessario che oggi ci si chiami fuori dai paragoni col passato perchè niente riuscirebbe a reggerne il confronto e a non restarne schiacciato dal peso.
Allora, bisogna inventarsi nuove forme di espressione e tentare strade diverse, conservando la consapevolezza che verranno raffigurati altri baci, ma non saranno mai all’altezza di quelli fra Gli amanti di Magritte, A letto di Toulouse Lautrec e non ci sarà un altro bacio d’oro più dorato di quello dipinto da Klimt o la tenerezza di quell’atto d’amore così particolare raffigurato ne Il Compleanno di Chagall. Nel cinema ha già detto tutto Tornatore sui baci perchè la scena finale di Nuovo Cinema Paradiso è vita, morte ed eternità del bacio, c’è tutto! Si raggiunge la vetta dell’emozione, dopo si può solo scendere ed il resto, seppur interessante, diventa normale amministrazione. Non avremo più un Tenco, qualcuno che scriva cose semplici e potenti come Mi sono innamorato di te perchè non avevo niente da fare e non ci sarà più un altro Fabrizio, capace di trasformare con la Canzone di Marinella una tragedia, un fatto di cronaca nera in una favola, un sogno che riscatta la realtà. Trovo scandaloso che Piero Ciampi non abbia avuto il successo che il suo talento meritava perchè lui si che aveva le carte in regola per essere un artista e pazienza se il vino, la disperazione, quella struggente malinconia…io non conosco nessuno che posa il culo sulla Rolls-Royce Spectre e si fa servire caviale e champagne sul pànfilo capace, non dico tanto di scrivere capolavori, ma quantomeno di empatizzare col dolore di Leopardi o con la genialità di Mozart.
Nel momento in cui Pachelbel compone il Canone e giga in re maggiore o Canone per tre violini e basso continuo, non è più Johann non è più lui ma Dio o comunque Qualcosa che scende dall’alto e si impossessa di quella mente, di quel cuore, di quel talento perchè il pezzo è semplicemente la perfezione, qualcosa di inarrivabile per armonia, melodia, le note legate a meraviglia fra loro. Andate a consultare le classifiche dei capolavori della storia del cinema e non meravigliatevi se sono quasi tutti carichi di anni e non importa se piaccia o meno il neorealismo e lo stile di Rossellini, Fellini, Visconti, De Sica. A me piacciono i film di Michelangelo Antonioni, la sua trilogia dell’incomunicabilità, quei temi dell’alienazione e del disagio esistenziale.
Insomma, capite che è meglio non fare paragoni perchè il meglio è già passato e questa consapevolezza viene rafforzata ogni giorno dalla fragilità dell’attuale classe politica; i politici che abbiamo oggi in Italia vi sembrano, indipendentemente dal colore politico, all’altezza per preparazione, competenza, ars oratoria ecc. di quelli avuti in passato? Non ci vuole uno scienziato per capire che lo spessore è completamente diverso, così in tutti i settori: imprenditoria, cultura, musica, teatro, cinema. Sono del parere che bisogna incoraggiare chi ha talento e buona volontà, permettergli di esprimersi con la forma d’arte che ritiene più opportuna, applaudire chi comunque fa registrare dei numeri interessanti in termini di ascolti, consensi e guadagni, ma non bisogna mai perdere il buon senso nel valutare le cose per ciò che sono senza enfatizzare, ingigantire e distorcere la realtà.
Oggi si tende a chiamare genio chiunque un pò troppo facilmente e a dare patenti di talento a chi magari fa 1 milione di visualizzazioni sui social. La cultura e l’arte non hanno mai guardato ai numeri, Dante lo conoscono tutti (almeno a parole) senza mai aver partecipato ad una trasmissione televisiva. Conserviamo un atteggiamento critico costruttivo, cercando di abbandonare quel fastidioso campanilismo forzato che toglie abbastanza alla propria intelligenza in favore di una certa imparzialità in modo da riuscire a vedere chiaramente come stanno le cose e a dirci in faccia senza peli sulla lingua che vanno bene queste canzonette e che in fondo i treatrini della politica ci sono sempre stati, che la musica non è finita anche dopo che gli amici se ne sono andati e che per me fra Mi illumino d’immenso e Tutto il resto è noia la partita è aperta e non c’è un favorito. Però, facciamoci un piacere; quando vogliamo esaltare qualcosa o qualcuno lasciamo stare i capolavori e gli artisti del passato. Coraggio!