Il nostro caro senatore Esposito

Condividi su

Il Senato blinda il patto del Nazareno e approva l’emendamento presentato dal senatore renziano Stefano Esposito, il cosiddetto “supercanguro” che spiana la strada all’Italicum, spazzando via in un colpo solo 35mila proposte di modifica sulle 47mila presentate.


Ed è un nuovo fronte caldo per il Pd, ormai spaccato, con una minoranza che ogni tre per due minaccia di staccarsi, senza poi farlo davvero. Ieri, il protagonista è stato il nostro caro senatore Esposito; nostro, perchè noi Notav lo conosciamo bene.
“Nel Pd siamo all’impazzimento. Ci sono esponenti di questo partito che dicono cose su Renzi che non si sono mai neanche immaginati di affermare contro Berlusconi. Non si capisce allora perché uno deve stare insieme. Fai un’ altra cosa, legittimamente”. Lo dice Esposito intervistato da Repubblica, sull’opposizione interna al partito, “un pezzo che non ha accettato la sconfitta al congresso”. Se ritengono che Renzi sia il “peggio del peggio del peggio della politica e della società italiana”, devono farsi un loro partito, secondo Esposito: “Vai e ti misuri, avrai il mio grande rispetto. Così sei un parassita”.

È il punto di non ritorno del Pd? “Ma io non vedo l’ora – risponde -. È un anno e mezzo che lo auspico. Non se ne può più. Per tutto questo tempo non si è voluto prendere di petto la situazione del Senato. Non è che qui tutto può diventare coscienza. Pensi che oggi ho sentito la senatrice Lo Moro dire che è un fatto di coscienza: ma come si fa? E quindi quando discuteremo di temi etici, cosa saranno? Questioni di cuore?”.
Gli risponde Pier Luigi Bersani: “Dare del parassita a Corsini, Gotor, Mucchetti, è pericoloso. E’ gente per bene che non chiede niente e va trattata con rispetto. Se viene meno il rispetto è finita”.
Conosciamo benissimo, in Val di Susa, la coscienza, il cuore e il rispetto di Stefano Esposito.
In Piemonte, il senatore Pd, si occupa di infrastrutture, con particolare attenzione al contestato progetto della tratta ferroviaria ad alta velocita tra Torino-Lione, a cui si dichiara favorevole. Nel 2012 esce il suo primo libro, TAV Sì, scritto a quattro mani con Paolo Foietta. Si fa promotore di numerose iniziative a sostegno dell’opera ferroviaria e denuncia il pericolo che la protesta pacifica contro la tratta ferroviaria sia strumentalizzata da gruppi estremisti estranei al movimento, interessati a imprimere una deriva violenta al movimento di cittadini denominato No TAV.
Per anni Esposito e la maggioranza del Pd piemontese (con in testa Chiamparino e Fassino) hanno tirato dritto sull’opera, senza ascoltare minimamente il movimento notav, cercando, anzi, di screditarlo, ben accompagnato dai mezzi di informazioni locali. Ma, colpo di scena, a fine ottobre 2014 qualcosa incrina le sicurezza del nostro Esposito: sarà la paura del terrificante impatto ambientale? Una improvvisa svolta ecologista? Saranno la coscienza, il cuore e il rispetto?
Macchè. si tratta di soldi.
“Se il costo della Tav dovesse costare 7 miliardi anziché i 2,9 pattuiti, non indugerò un solo minuto a presentare una mozione parlamentare per chiedere l’interruzione dei lavori e la rinuncia all’opera”, annuncia il senatore.
“Meglio pagare le penali alla Francia. Basta con il paese dei furbi e dei burocrati che decidono senza rispettare il Parlamento”. Il senatore ha sempre sostenuto la sua ferma contrarietà ai movimenti di opposizione alla costruzione della linea ferroviaria. Riferendosi a un blitz dei No Tav al cantiere di Chiomonte dove le forze del’ordine avevano usato dei lacrimogeni per disperdere gli oppositori, il 20 luglio 2013 Esposito aveva scritto sul suo sito: “Se vogliamo debellare questa forma di guerra allo Stato dobbiamo “decapitare” i mandanti politici e le organizzazioni che li sostengono”.
Il 29 ottobre, Esposito ha richiesto un’audizione urgente dei vertici Rfi, del ministro Lupi e del Ministero dell’Economia perché, ha dichiarato: “Pretendo una risposta chiara, credibile e certa sui reali costi della Torino-Lione. Quest’opera è al centro di un aspro dibattito e non intendo accettare che non ci sia totale trasparenza e chiarezza sui costi, non mi accontenterò di spiegazioni tecniciste e burocratiche. Mi auguro di ottenere la conferma che quanto fino ad ora dichiarato e contenuto negli atti legislativi trovi pieno riscontro, nel qual caso chi si è reso responsabile di questi numeri in libertà dovrà pagarne le conseguenze. Nel caso in cui dovessero, invece, essere confermate le cifre date da Rfi, non indugerò un solo minuto a presentare una mozione parlamentare per chiedere al Governo l’immediata interruzione dei lavori e la rinuncia alla realizzazione della tratta italiana del Corridoio Mediterraneo“.
Eccolo il nostro caro senatore che intavola un balletto in salsa Pd: sì, no, forse, faccio finta di arrabbiarmi però non ci credo davvero.
E che risposta ha avuto, caro il nostro Esposito?
E ora che il progetto traballa più che mai in Europa, come la mettiamo?
Non ci parli, la prego, di coscienza, cuore e rispetto, noi la conosciamo e non le crediamo.

Classe 72, torinese e profondamente torinista e anti-juve. Convinta notav, amante della satira e della comicità. Scrivere è tutto quello che vorrebbe fare da grande.