Il potere delle canzoni

Condividi su

di Christian Sanna

Ne La Politica Aristotele, a proposito della musica, rifletteva sui suoi molteplici benefici arrivando a sostenere che è importante per l’educazione ed ha il dono di alleviare il dolore dell’essere umano, assumendo quindi una funzione catartica, mentre per Platone la musica è medicina per il corpo e cura per l’anima. Ma cos’è una canzone?

Se dicessi che è un testo con accompagnamento musicale scritto per una o più voci sarebbe corretto, ma non farei sognare ed allora andiamo a setacciare gli abissi con la scusa del tesoro; l’ascolto di una canzone consente i rilasci di endorfina e dopamina “gli ormoni della felicità”, specie di antidolorifici naturali che in un certo senso anestetizzano la sensibilità al dolore. Si potrebbe quindi affermare che la canzone è come un bacio, in entrambi i casi avviene la gratificazione.

Le canzoni hanno un notevole potere evocativo, in alcuni momenti certi brani sembrano scritti apposta per noi, di qui l’immedesimazione in un testo musicale e quelle reazioni fisiologiche come i brividi sulla pelle, un leggero aumento del battito cardiaco, la commozione. Piansi anch’io per una canzone, a sedici anni. Ipnotizzato da una musica che sembrava venire dal seicento, preso nella trama dei capelli di tromba, archi, basso fra immagini floreali e svogliate carezze con la speranza di un amore nuovo ed un bacio mai dato che ci sarà, eccome se ci sarà!

Perchè dopo aver letto Márai mi convinsi presto ed abbastanza facilmente che si è sempre in cammino verso la persona alla quale un giorno si darà un bacio. E fra Bocca di Rosa e Marinella, sta in mezzo la poesia e la straordinaria capacità dell’autore di trasformare articoli di cronaca nera o di costume in fiaba, incanto, sogno con l’amore cantato in tutti i modi a fare la voce grossa ed a rimettere il mondo sulla retta via. In Vorrei essere tua madre, il prof. Vecchioni intuisce l’amore vero, quel sentimento che  quasi avvicina ad un dio materno e per un attimo desiderio, carnalità, piacere si fanno piccoli piccoli perchè è un amore grande o un grande amore (scegliete voi dove volete posizionare l’aggettivo) quello che spinge un uomo a sussurrare per amarti senza amare prima me/vorrei essere tua madre /per vedere anche quello che non c’è/con la forza di una fede/per entrare insieme nel poema del silenzio/dove tu sei tutto quello che sento.

C’è una Celeste nostalgia, somiglia al rimpianto, quella che si legge e si perde negli occhi di Luca quando molti anni dopo rivede Marina, l’amore di gioventù ed il Sapore di mare si mischia al Sapore di sale fra il canto potente di Cocciante un’ora, un giorno, una vita/che cosa vuoi che sia? e la ballata romantica in salsa estiva anni sessanta di Paoli sapore di sale /sapore di mare/che hai sulla pelle/che hai sulle labbra/quando esci dall’acqua/e ti vieni a sdraiare vicino a me. L’amore nelle canzoni come un mare che ci bagna la vita e travolge come una pioggia sopra Villa Borghese e noi stiamo annegando, naufragando è un romanzo da Incoscienti giovani di un superlativo Achille Lauro che avrebbe meritato a mio parere il podio nell’ultima edizione del Festival di Sanremo che è e rimarrà, nonostante critiche e polemiche, la più grande manifestazione canora italiana.

In Maddalena degli Alunni del sole, il poeta è spiazzato dal gioco della ragazza che sembra innamorata e fa un passo avanti per poi ritirarsi Maddalena, Maddalena/ doppe n’ora, sul n’ora/t’annamure e po’ scumparee fai ‘nu joco ca nun vale/tu te puorte tutte dinte/’e malincunie ‘ell’autunne/te trascine pe’ sti strade e po’ scumpare. Per Milan Kundera un uomo non può essere ebbro di un romanzo o di un quadro, ma può ubriacarsi della Nona di Beethoven, della Sonata per due pianoforti e percussione di Bartók o di una canzone dei Beatles.

La canzone è come un bacio, fa bene al corpo e alla mente attraverso la diminuzione del livello di cortisolo quindi abbassa lo stress ed aumenta le endorfine.  E così con un bacio io muoio – William Shakespeare, Romeo e Giulietta. Mentre ascolto la canzone della mia vita.

Provo a descrivermi in una frase, ma è un pò come rinchiudere il mare in un bicchiere. Allora potrei definirmi "Un solitudinista visionario animale sociale ed un cercatore di spiritualità, tutto occhi ed inquietudine, perdutamente innamorato dell'Idea che non è ancora riuscito ad afferrare, col cuore di cristallo. Fregato dai sentimenti". Ritengo superfluo aggiungere i titoli di studio conseguiti, i lavori svolti, gli eventi culturali organizzati e presentati, gli impegni nella politica e nel sociale. E se a qualcuno sta balenando in mente l'idea ( sbagliata) che io possa essere un insopportabile presuntuoso, sappia che è appena caduto nella rete che ho preparato. Io voglio che a parlare per me siano gli articoli; i lettori più attenti ci troveranno frammenti d'anima.