È evidente che, nel corso degli ultimi mesi, Berlusconi sia tornato alla ribalta, visto che intende giocarsi le ultime carte a sua disposizione per la leadership del Centro-Destra.
Il nuovo dispositivo di voto, certo, incentiva la crescita elettorale di Forza Italia, visto che due terzi dei seggi vengono assegnati con il metodo proporzionale.
In gioco è non solo la leadership della Destra – visto che Salvini ha un potere di iniziativa ridondante – ma l’intero assetto politico delle future alleanze.
Se, infatti, Renzi ed i suoi alleati non dovessero essere autosufficienti all’indomani del voto di primavera, è possibile che Berlusconi rompa l’accordo elettorale con Salvini e dia un contributo alla nascita di un Governo di solidarietà nazionale, all’unico scopo di tenere fuori dai giochi il populismo dello stesso Salvini e di Grillo.
Ma, se l’alleanza di Centro-Destra dovesse prendere più voti di Renzi, allora cambierebbe in modo significativo lo scenario istituzionale, perché Berlusconi potrebbe richiedere per sé ovvero per un suo uomo la guida del nuovo Esecutivo, tenendo il PD in una condizione ancillare rispetto al proprio partito.
Dopo cinque anni, quindi, di Governo PD-Alfano, il Centro-Sinistra rischia di divenire minoritario nel Paese, a meno che Renzi non faccia una mossa che non crediamo, ad oggi, possibile: ampliare la sua coalizione a MDP, così da poter assicurarsi la vittoria nel maggior numero possibile di collegi maggioritari, tenendo Berlusconi lontano dal primato elettorale.
Le prossime elezioni siciliane saranno un’utile cartina di tornasole per comprendere i rapporti di forza, visto che, in caso di tracimazione di Alfano e del PD in Sicilia, è evidente che Renzi sarà costretto ad andare ben oltre i limiti odierni della sua coalizione, che è un mero cartello centrista.
L’Italia, dunque, è destinata a dipendere – comunque – da Berlusconi e dalla forza elettorale, che egli sarà in grado di dispiegare nei futuri mesi, quando sarà ineluttabile che egli tenterà di riequilibrare l’attuale forza di Salvini, che per lui è – pur sempre – un alleato scomodo.
Certo è che la vocazione maggioritaria del PD è un miraggio, visto che, dopo circa cinque anni di segreteria Renzi, il PD deve, ancora, rincorrere le forze minori della Sinistra per essere in grado di fare il Governo ovvero è costretto all’eterno inciucio con Berlusconi per far quadrare i conti e per evitare che, al Governo, ci vadano Grillo e Salvini.
Un tempo, si diceva che l’Italia era condannata a morire democristiana.
Parafrasando quel detto, forse siamo condannati a morire berlusconiani?
Forse, Berlusconi non riuscirà mai a coronare il suo sogno presidenziale, ma certo è che egli è, tuttora, l’ago della bilancia della politica nazionale ed, invero, non è un risultato da poco per chi, da venti anni, è all’attenzione della ribalta istituzionale, nonostante le sue molteplici disavventure giudiziarie.