di Alessandro D’Orazio
E’ stato sospeso il prestito dell’Uomo Vitruviano di Leonardo da Vinci al museo del Louvre di Parigi. Dopo il ricorso presentato da Italia Nostra, il Tar del Veneto ha infatti bloccato la cessione temporanea della preziosa e iconica tavola del genio di Vinci. L’opera, solitamente conservata nelle Gallerie dell’Accademia di Venezia, sarebbe dovuta essere – a partire dal 24 ottobre – una delle protagoniste della meravigliosa mostra volta a celebrare i 500 anni della morte dell’artista.
Proprio tenendo conto dell’apertura dell’esposizione parigina, il Tribunale Amministrativo Regionale ha deciso di anticipare la discussione in camera di consiglio, annunciata per lo stesso giorno, al 16 ottobre. Nello stesso provvedimento, il Tar sospende anche il memorandum d’intesa siglato a Parigi tra il ministero dei Beni culturali e il museo del Louvre per lo scambio di opere di Leonardo e Raffaello nella parte “in cui viola il principio dell’ordinamento giuridico per cui gli uffici pubblici si distinguono in organi di indirizzo e controllo da un lato, e di attuazione e gestione dall’altro”. Il documento era stato firmato dal ministro Franceschini e dal suo omologo francese Franck Riester per il doppio scambio: le opere di Leonardo al Louvre e quelle di Raffaello alle Scuderie del Quirinale per marzo 2020.
In base alle prime anticipazioni della stampa, al ministero “risulta del tutto incomprensibile il riferimento a una presunta violazione del principio dell’ordinamento giuridico per cui gli uffici pubblici si distinguono in organi di indirizzo e controllo da un lato, e di attuazione e gestione dall’altro nello scambio di opere tra i musei italiani e il Louvre”.
L’ufficio legislativo del Mibact (Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo) spiega in una nota che “l’accordo firmato a Parigi è stato esclusivamente il riconoscimento da parte dei ministri di decisioni e atti tutti presi, per parte italiana, dai competenti uffici tecnici del Mibact.
Il prestito di ogni opera italiana risultava già autorizzato al momento della sottoscrizione dell’accordo che prevede, peraltro, che lo scambio di opere avvenga secondo le specifiche prescrizioni di tutela dettate dai singoli musei. Una semplice lettura dei documenti dimostra facilmente tutto ciò e all’udienza del 16 ottobre tutto questo emergerà con assoluta chiarezza e trasparenza”.