di Mariavittoria Picone
Fabrizio e Valerio sono andati a Capri, Monica è rimasta a casa con Anita; è il primo sabato di agosto e la città comincia a svuotarsi, in molte strade ci sono addirittura dei posti auto liberi, ma nei vicoli del centro e sul lungomare c’è sempre tanta gente, ci sono soprattutto turisti entusiasti e storditi dai colori, dalle voci e dal caldo. Nella città in cui ognuno recita la sua parte, la vita sincera è chiusa nelle case e fa meno rumore.
<<Mamma, io più tardi esco, tu resti qui?>>
<<Credo di sì, non ho sentito Roberta, non sarà riuscita a liberarsi.>>
<<Non vai neanche a trovare tua sorella?>>
<<Non lo so, Monica, adesso vedo, ma perché tutta questa curiosità? Ti preoccupi per me? Piuttosto tu, dove vai?>>
<<Non lo so, forse andiamo verso Pozzuoli.>>
<<Andiamo, chi? Tu e Renato? Cos’è, la fidanzata non c’è? >>
<<Ma quale fidanzata, mamma? Non ho capito.>>
<<Hai capito bene, invece, non fingere. Adesso vorresti farmi credere che voi siete solo amici, che non ti interessa se è ancora legato alla ragazza con cui si è lasciato da poco, che tu non speri di conquistarlo.>>
<<Dai, mamma, non cominciare, Renato ed io siamo amici ed io non voglio diventare la sua ragazza, punto.>>
<<Harry ti presento Sally, te lo ricordi il film che ti ho fatto vedere qualche mese fa? Sono stati amici per anni, ma alla fine…>>
<<Vabbè, vado a prepararmi. Tu, intanto, trovati un fidanzato, uno vero, non dare retta a quei quattro cretini su Facebook.>>
<<A parte che non tutti sono cretini, ma poi io non do retta proprio a nessuno.>>
Ci sono dei momenti in cui, in una famiglia, i ruoli si invertono: i figli cominciano ad essere protettivi verso i genitori, danno loro consigli e regole, si allenano per la vendetta, che consumeranno ai primi evidenti sintomi di senilità. Una vendetta dolce e amara, piena di rabbia e tenerezza.
Intanto, Anita, che ha solo cinquantaquattro anni, si scambia messaggi WhatsApp e si tocca i capelli in una posa da adolescente.
Monica torna in cucina con un mini abito bluette e apre lo sportello del frigorifero.
<<Cosa posso mangiare adesso? Per evitare che il mio stomaco brontoli, proprio mentre sono in macchina con Renato?>>
<<Vedi che ho comprato quegli yogurt proteici che piacciono tanto a te e Fabrizio, anche se non è propriamente il rimedio alle farfalle nello stomaco…>>
Anita resta ferma in un’espressione furba attendendo la reazione della figlia, ma
Monica ha la testa infilata nel frigorifero e forse non ha sentito le parole della madre.
<<Non è possibile! Non ci credo, lo hai fatto di nuovo. Stai preparando il tiramisù per San Salvatore. Ancora?>>
<<Perché fingi di stupirti, se sai bene che è una tradizione. Per l’onomastico di tuo padre l’ho sempre fatto.>>
<<Sì, ma mio padre è morto da otto anni.>>
<<Sasà è contento se lo preparo, non ti preoccupare, si sta già leccando i baffi, vero? >>
E mentre lo dice, guarda fuori dalla finestra, in un punto di cielo.
<<Ma ci hai messo il mascarpone?>>
<<Ovviamente, che è quella schifezza con la panna? Il tiramisù si fa con il mascarpone e le uova fresche, un goccio, ma proprio un goccio, di rum, un po’ di vaniglia e il caffè buono.>>
<<E sopra una spolverata di Nesquik.>>
E ridono.
<<Te lo ricordi il segreto del Nesquik? Mammamia, quanto me ne avete fatto comprare! In ogni ricetta dove c’era il cacao, io lo sostituivo con il Nesquik, perché il cacao in casa nostra è sempre stata quella polvere magica che vi faceva bere il latte a colazione. Intanto, il mio tiramisù era buono pure per quel segreto.>>
<<Mah>>
<<Adesso uso il cacao amaro, perché oramai un po’ di amarezza della vita l’avete conosciuta e pure le ricette devono essere più sincere.>>
Monica prende lo yogurt proteico dal frigo ed un cucchiaino dal cassetto e dà un bacio sulla guancia della madre.
<<Comunque, non è che tu adesso sia perfetta in cucina, che ogni cosa che fai è speciale, anche perché a me piacciono pure le gocce di cioccolato nella crema, ma tu non ce le metti mai.>>
<<Vai a prepararti che è meglio. Se no Renato ti deve aspettare, non sia mai.>>
Intanto arriva un messaggio di Fabrizio: Mamma, per domani stai preparando il tiramisù? Non mi deludere, sto raccontando a Valerio della nostra tradizione.
<<‘O vir? Tale e quale a te, tuo fratello, quant’è bello.>> Urla Anita soddisfatta.
Sì, amore, tranquillo, domani per dolce c’è il tiramisù.
Le tradizioni sono casa, celebrano ricorrenze e mancanze, sono un modo per dimostrare rispetto per il passato, per la nostra storia, ci rassicurano e a volte si prestano al bisogno di trasgredire.
Un nuovo messaggio distrae Anita dalla malinconia, ma non è Fabrizio, è un pensiero nuovo, un’altra idea di vanità.