Il ritiro a Dimaro del Napoli è terminato dopo l’amichevole contro il Chievo Verona, ed ora si aprirà una nuova fase, fatta di amichevoli più prestigiose, di attese, di musichette che da lontano iniziano a riecheggiare nella mente.
Tempo di tirare le prime somme, dunque.
Lungi da me essere portatore di dogmi e verità assolute, si può pensare di essere ottimisti, di crederci davvero.
E non per una prima parentesi di ritiro brillantemente condotta (tralasciando la parentesi Chievo), né per un mercato mai esploso davvero.
Il filtro che permette di vedere il bicchiere mezzo pieno arriva da più lontano, dallo scorso 30 aprile, dalla vittoria a San Siro arrivata subito dopo il pareggio a Sassuolo che ha deciso a nostro sfavore la corsa al secondo posto.
Quella di Milano fu la vittoria del gruppo, una partita vinta brillando in attacco e in difesa, giocando da grande squadra, cinica, solida, e senza mai abbandonare l’idea del bel calcio portata da mister Sarri.
Ecco, mister Sarri è la garanzia.
Il mezzo per arrivare al fine.
Il filtro giusto per permetterci di credere.
Dopo quella vittoria, ha preso i calciatori e gli ha detto di rimanere qui un altro anno a giocarci la possibilità di vincerlo davvero questo campionato.
Non ci sono prove di questo patto, ma la cosa è risultata abbastanza palese nelle settimane successive, nei mesi successivi.
Tant’è che chi pareva dovesse andar via è rimasto.
Ed è rimasto con la voglia di farlo.
E penso a Mertens, Koulibaly, Ghoulam, lo stesso Reina.
Questa dev’essere la base.
Il mister l’aveva detto che al terzo anno saremmo arrivati al top, e in molti avevano riso.
L’aveva detto in tempi non sospetti, quando ancora era considerato un poco di buono solo perché proveniente da una piccola realtà come Empoli, e in moltissimi avevano riso.
Ora nessuno ride più.
Perché il Napoli, nelle ultime giornate di campionato, ha giocato un calcio fuori da ogni logica, umiliando gli avversari.
E da lì bisogna ricominciare, come se quel campionato non fosse mai finito, continuando su quella filosofia di gioco.
Ci credono anche i calciatori, l’hanno detto a più riprese.
Facendo anche trapelare una cosa altrettanto evidente.
La possibilità che abbiamo è unica.
Il processo di miglioramento sta raggiungendo l’apice, e passato questo campionato le motivazioni andranno a decadere, il gruppo comincerà a non essere lo stesso, arriveranno partenze dolorose.
Ora è il momento.
Ora o mai più.
E intanto, quello che serviva e serve sul mercato il Napoli lo ha fatto, o lo farà.
Reparto per reparto.
Chiaramente il centrocampo non si tocca, sei calciatori di assoluto livello, di prospettiva e di talento.
In attacco servivano due esterni, oppure un esterno e una prima punta di riserva.
Ounas il primo, l’altro dovrebbe arrivare, visto che il Napoli aveva intenzione di prendere Berenguer (chiaramente passato da scartina a fenomeno secondo i più dopo non essere stato acquistato).
Un portiere di riserva, e pare si farà.
Un terzino sinistro, e chi meglio di uno che con Sarri ha già giocato, a rimarcare ancora una volta quel patto di cui sopra, quella filosofia da tutti chiamata Sarrismo che è l’unica via per sovvertire i pronostici e i fatturati.
Il Napoli funziona perché Sarri ha plasmato gli uomini come lui voleva, e perciò Mario Rui è perfetto a sinistra.
Manca un terzino destro che sostituisca Maggio.
Il centrale difensivo potrebbe non essere necessario, se Maksimovic tornerà il giocatore che era, ora che ha risolto i suoi problemi fisici.
Ma tutti questi calcoli e questi ragionamenti lasciano il tempo che trovano.
Il mister indicherà la strada.
Solo con lui possiamo farcela.
Ci siamo quasi.
Siamo pronti a partire.
Sarà un mese lungo, poi calcio d’inizio.
Napoli ci crede.