Inside out è il nuovo film d’animazione della Pixar sbarcato in Italia il 16 settembre.
Dopo un mese nelle sale è tuttora primo in classifica sbancando al botteghino. Il nuovo lavoro sfornato dalle menti creative che governano il panorama della Pixar è stato diretto da Pete Docter già regista di una lunga serie di successi d’animazione come Toy Story, Up o Monsters & Co. Il progetto ha visto la collaborazione dello psicologo Dacher Keltner, fondatore del Greater Good Science Center dell’Università di Berkeley.
Se non l’avete ancora visto o letto nulla a riguardo è doveroso che sappiate di cosa stiamo parlando.
Inside Out è un vero e proprio elogio delle emozioni.
Il progetto è basato sulle ultime scoperte della psicologia contemporanea. Un esempio è l’enorme importanza che hanno le emozioni nel modo in cui ci fanno percepire la realtà o come queste contribuiscono all’organizzazione delle nostre informazioni. In sostanza grazie a queste ‘presenze’ nel quartier generale del nostro cervello quello che succede nella nostra vita non può esserci indifferente.
Parliamo di ‘presenze’ e di un ‘quartier generale’ perchè il film vede come protagonisti cinque esserini che si alternano al comando della mente di Riley in relazione agli eventi della sua vita. Sono Gioia, Tristezza, Rabbia, Paura e Disgusto.
Riley è una bambina di 11 anni con una famiglia molto affiatata, molti amici e una grande passione per l’hockey. Ma la vera storia è quella che vediamo dentro di lei, nella sua testa.
Nel Quartier Generale infatti le emozioni personificate lavorano instancabilmente destreggiandosi tra gli eventi della vita della piccola Riley. Gioia sempre positiva e intraprendente, Rabbia sempre pronto ad arrabbiarsi, Tristezza che si incupisce per un nulla, Paura sempre impaurito e Disgusto sempre pronta ad arricciare il naso per qualsiasi cosa.
Un trasferimento dal Minnesota a San Francisco non voluto, una casa che non piace e gli amici che non ci sono più tengono in gran movimento la console su cui agiscono le emozioni.
Il lungometraggio racconta in maniera brillante il nostro mondo di dentro con la Cineproduzione Sogni, il settore della memoria a lungo termine, i ricordi base che contribuiscono a reggere in piedi i pilastri fondamentali su cui si costruisce la personalità di ogni singolo individuo.
In un mondo in cui siamo sempre alla ricerca della felicità e della gioia, questo film ha voluto riscattare la presenza di altre emozioni che noi consideriamo negative come la Rabbia o la Tristezza. E’ proprio questa infatti che insieme a Gioia sarà protagonista di un’avventura nei meandri del subconscio e del Pensiero Astratto per passare poi per Immagilandia e il Baratro della memoria.
In questo percorso Gioia capirà l’importanza di Tristezza, fino ad allora relegata in un cerchio per evitare che potesse incidere troppo negativamente nella vita di Riley.
Ma è proprio il combinarsi di queste emozioni che rende la nostra vita… viva.
Il difficile era riuscire a costruire un progetto d’animazione su concetti di teoria cognitiva della mente dove la componente emotiva gioca un ruola fondamentale. La Pixar è riuscita in maniera divertente, intelligente e creativa a indirizzare questo lavoro ad un pubblico vastissimo.