di Maria Grazia Zagaria
Nessuna strategia politica applicata al sistema fiscale è riuscita ad eliminare l’evasione. L’intelligenza Artificiale sostituirà quella emotiva? Sarà in grado di codificare il pensiero strategico?
Sembra che il “sommerso ” potrà emergere attraverso collegamenti in rete di dati aziendali che con la Network Analysis genera particolari algoritmi statistici in grado di riconoscere elusioni fiscali messe in luce dalla Data Visualization, consentendo agli analyst dell’Agenzia delle Entrate di individuare gli indici segnaletici di sospettabilità.
“Saranno rispettati gli articoli dello Statuto del Contribuente?” “Verranno tutelati il contraddittorio, la privacy, l’imparzialità, la trasparenza, la buona fede?” “
Quale certezza avranno l’applicazione dei principi costituzionali, dell’Ordinamento dell’Unione Europea, del Diritto Internazionale? Si paventa il rischio di utilizzo di dati incompleti, distorti, devianti.
“Può l’I.A. sostituire quella cognitiva?” La macchina non possiede le capacità di discriminare, discernere, valutare, al fine di una giusta e corretta applicazione, al caso concreto, della normativa in base a fattori che oltrepassano il “tecnico” discernendo dalla colpa e/o dolo.
A tal proposito, il Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen al G7 di Hiroshima: “vogliamo che i sistemi di IA siano accurati, affidabili, sicuri e non discriminatori, indipendentemente dalla loro origine”. L’intelligenza artificiale non potrà prescindere dall’intervento dell’uomo, in quanto non in grado di fare uso di un “processo decisionale” che è parte sostanziale dell’accertamento fiscale; solo dopo che l’uomo avrà valutato la gravità e l’attendibilità dei dati, verranno utilizzate le informazioni dell’Archivio dei rapporti finanziari per l’individuazione dei rischi fiscali, i dati personali dei contribuenti verranno sostituiti con codici fittizi, in modo che, nel corso del trattamento di tali dati, non sia mai consentita la possibilità di associare i dati finanziari ad uno specifico individuo, prima che sia stata verificata dall’uomo la presenza di un rischio fiscale.
Infatti, secondo quanto indicato nella recente Direttiva 2023/74424 dell’Agenzia Entrate, e sulla base delle indiscrezioni contenute in una recente intervista rilasciata dal Direttore dell’Agenzia dott. Ernesto Maria Ruffini, l’IA affiancherà, al momento, i funzionari nella fase di selezione e “scrematura” dei soggetti da sottoporre a controlli. Unicamente in caso di individuazioni di situazioni anomale l’Agenzia delle Entrate potrà associare il dato alla persona, mentre i contribuenti che alla fine del processo non saranno sottoposti a controlli fiscali, potranno contare sulla sicurezza della protezione dei propri dati e sull’anonimato. Le intenzioni dell’Agenzia delle Entrate sono chiarissime specificando che la logica che sottende l’uso di un algoritmo è quella di supportare gli Uffici locali preposti al controllo nell’attività di selezione le posizioni da sottoporre ad attività istruttoria.
L’obiettivo dell’algoritmo deve consistere esclusivamente nel consentire agli Uffici preposti al controllo di ordinare ( in base a diversi criteri di priorità) le posizioni già individuate da un’analisi deterministica, che originano risultati ottimali al fine di una calendarizzazione delle attività istruttorie. Quindi, l’algoritmo deve assolvere al solo ruolo di supportare gli Uffici preposti al controllo ad effettuare efficaci selezioni delle posizioni nei cui confronti avviare un’attività istruttoria. L’IA, infatti, tramite esso potrà orientare le attività fiscali in modo più preciso, con l’individuazione dei profili da sottoporre ad accertamento, fungendo solo da ausilio nell’individuazione dei contribuenti in apposite liste che consentiranno nuovi processi di approfondimenti al termine dei quali, si passerà alla fase di controllo (a cura dei funzionari e non dell’IA). Attualmente, l’Intelligenza Artificiale è ufficialmente parte integrante al servizio del Fisco, che con la Direttiva 2023/74424, ha affidato all’ufficio data science il compito di sviluppare “metodologie di supporto alle attività di controllo preventivo, anche avvalendosi di tecniche di machine learning e intelligenza artificiale”. Ormai la lotta all’evasione fiscale è entrata nell’era degli algoritmi.