di Alessandro D’Orazio
Si tratta del primo protocollo sottoscritto per la messa alla prova con un altro Ministero, dopo varie convenzioni già siglate con enti pubblici e privati con finalità sociali, come la Croce Rossa, Legambiente, il Fai, l’Ente Protezione Animali, la Caritas. “E’ una convenzione di grande valore pragmatico, ma anche simbolico”, dichiara il ministro Marta Cartabia. “Parliamo di reati come furto, danneggiamento di beni culturali, omissione di soccorso, lesioni personali, stradali: l’opportunità che viene data risponde a un’idea della giustizia penale che non è solo detenzione”, ma anche “riparazione del danno inflitto alla collettività, una visione feconda e significativa insieme”. Non a caso “nella delega penale da poco approvata dal Parlamento questo istituto viene potenziato, estendendolo ai reati che prevedano una pena fino a sei anni, esclusi alcuni tipi”. E ancora: “La Costituzione non parla di carcere, ma di valenza rieducativa della pena”.
Attualmente sono 23.700 le persone messe alla prova e 8.600 coloro che svolgono lavori di pubblica utilità. “Ringrazio la ministra Cartabia da cui è partita l’idea della sottoscrizione di questo Protocollo e che abbiamo accolto con molta soddisfazione” – ha specificato il ministro Franceschini – “E’ davvero importante come lo strumento della messa alla prova trovi applicazione nei luoghi della bellezza come archivi, biblioteche, musei: sono luoghi della memoria e della bellezza; è un modo efficace, nuovo e intelligente che credo farà del bene alle persone e troverà una strada, sono convinto che darà risultati positivi”.