Di Ornella Esposito
L’esordio letterario di Anna Barbato parte con una premessa necessaria: «Non sono una donna che odia le altre donne, né una di quelle che pensa “gli uomini sono tutti uguali”». Insomma, “Io è l’altra”, edito da “a est dell’equatore”, non è il solito sfogo, a volte patetico, di una quarantenne, singles (come si dichiara essere alla fine del libro) che non trova il suo posto nel mondo femminile e maschile. Tutt’alto: è un divertente, quanto intelligente, modo per descrivere “l’universo rosa” di oggi attraverso l’analisi di 27 tipologie di donne. Dalle quali, ovvio, l’uomo è consigliato di tenersi ben alla larga.
Il libro nasce – confessa l’autrice – dall’osservazione delle donne e degli uomini. Di come le prime si trasformino, spesso nascondendo la propri natura, sia fisicamente che nei comportamenti. Soprattutto nasce dalla considerazione che oggi non si investe molto tempo nella conoscenza di una donna, (o di un uomo) spesso ci si ferma all’apparenza».
Ed ecco che per gioco (come la stessa scrittrice spiega) prende forma il libro di Anna Barbato che, sfruttando la tecnica della metalessi, si rivolge direttamente al lettore, di ambo i sessi, e lo porta con sé nei “gironi danteschi” delle variegate tipologie di donna, nelle quali almeno una volta, spesso molto più di una, maschi e femmine si sono imbattuti, per scelta o per caso, nel corso della propria esistenza.
Una galleria bizzarra, per alcuni, molto realistica, per altri, di donne che invadono strade, locali pubblici, palestre, uffici delle nostre città. C’è la silcon-girl (di due tipi: l’ostentatrice e la negazionista, anche sotto tortura), la evergreen (over 40 ma vestita, soprattutto, atteggiata a teenagers), la mall-girl (affetta dall’incurabile sindrome dello shopping ossessivo), la toy-girl (da non confondere, si badi bene, con la cougar, ossia cacciatrice di uomini), la sporty, la diet-girl, la sherlock holmes, la “ma ndo’ vai?’”, la zeppata fino alla più classica “ipocondriaca”. Tutte con un profilo ed uno stile preciso, da non confondere assolutamente.
Un caleidoscopio di umanità femminile, sicuramente frutto di studi e osservazioni approfonditi, raccontato con intelligente ironia, e senza alcuna intenzione di fare della spicciola psicologia (tranello sempre in agguato quando si parla dell’universo femminile), ma di sicuro con l’intento di far riflettere attraverso l’umorismo.
E si, perché leggendo “Io è l’altra”, grazie ad una scrittura che scivola e tende all’iperbole, non si fa fatica a sorridere, ma arrivati all’ultima pagina ci si rende conto di aver anche elaborato delle riflessioni. La prima, presa in prestito dalla stessa autrice: “Le donne devono imparare ad essere se stesse, a dire “Io sono io” e non “Io è un’altra” (anche perché alla lunga i nodi vengono sempre al pettine). Ne segue un’altra: chi sono gli uomini che si affiancano a tali tipologie di donne?
La risposta a quest’ultima domanda spunta, dulcis in fundo, dalla penna del noto scrittore umoristico partenopeo, Pino Imperatore, che fa raccontare al grottesco Peppe Luongo detto ‘o mandrill le surreali (dis)avventure con le diverse tipologie di donna descritte nel libro. Il mandrillo chiude con queste parole:
«Siamo tutti convinti di essere i migliori, e vogliamo sentircelo dire spesso, per tenere a cuccia le nostre insicurezze. Per illuderci di stare un gradino sopra gli altri. Io sono l’eccezione. Non sto un gradino sopra gli altri, ho un piedistallo a parte solo per me. Perché modestamente sono il Numero Uno. The Best of The Best».
Un umorismo spinto quasi al paradosso, che tuttavia prende spunto dalla realtà e in un qualche modo ci fa da specchio, perché tutti, almeno una volta nella vita, seppur per un breve periodo, siamo rientrati o abbiamo scelto una di queste categorie di donne. Dunque, una riflessione vale proprio la pena di farla.