di Alessandro D’Orazio
Israele è stato il primo Paese ad iniziare in via ufficiale le terze dosi per gli over 60, abbassando gradualmente l’età fino a renderla disponibile a tutti gli over 12. Salman Zarka, responsabile della lotta al Coronavirus in Israele, ha dichiarato: “Il virus c’è e continuerà ad esserci. Pensando al declino dell’efficacia dei vaccini e degli anticorpi, sembra che ogni pochi mesi – potrebbe essere una volta all’anno, ogni cinque o sei mesi – avremo bisogno di una nuova iniezione. Questa sarà la nostra vita d’ora in poi”.
La variante Delta riguarda ormai quasi tutti i contagi nello Stato ebraico, pur essendo uno dei primi Paesi al mondo ad aver vaccinato la maggioranza della sua popolazione. Nel frattempo sono più di 2,5 milioni, secondo il Dipartimento della Salute, le persone che hanno già ricevuto la terza dose di richiamo e circa 2 milioni gli studenti (dall’asilo nido alle classi maggiori) ad aver ricominciato l’anno scolastico in presenza. Il premier Naftali Bennett, confidando in un rapido ritorno alla normalità, ha ricordato che “è stata svolta la più grande campagna di test della storia di Israele”, la quale ha visto in un giorno due milioni di controlli antigenici rapidi su tutti gli studenti del Paese.
E In Italia, e più in generale in Europa, che cosa accadrà? L’Agenzia europea del farmaco è al lavoro per fornire raccomandazioni, sebbene per ora non sia stato ancora determinato quando potrebbe essere necessaria una dose di richiamo per i vaccini Covid e per quali fasce di popolazione. In Italia si parla di una terza dose per gli immunodepressi, i trapiantati e probabilmente per gli over 80. In tutti questi casi, infatti, due dosi di vaccino potrebbero non essere sufficienti per sviluppare una risposta immunitaria adeguata contro il Coronavirus.