Joe Barbieri, 30 anni di carriera da festeggiare nella sua Napoli. Con Barbieri ci saranno gli amici di una vita. Tra i primi a confermare la propria presenza Peppe Servillo, Mario Venuti, Tosca, Serena Brancale e Nino Bonocore

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di Maria Rusolo – foto di copertina Angelo Orefice

La musica ha un grande potere: ti riporta indietro nel momento stesso in cui ti porta avanti, così che provi, contemporaneamente, nostalgia e speranza.

Questo pezzo nasce come un omaggio ad un grande artista, ad un uomo sensibile, ad una persona delicata e che con la sua musica può rendere eterno un solo istante. Ho avuto l’onore ed il piacere di ascoltarlo e guardarlo, anche durante le prove, perché ospite dell’Associazione I Senzatempo di cui faccio parte ormai da oltre un decennio, nella stagione 2018/2019 con il progetto Origami.

Tosca

Vi ho dato un indizio, ma potrei anche non dire di chi sto scrivendo sino alla fine e riuscireste comunque a cogliere l’essenza di questo straordinario musicista. Parlo naturalmente di Joe Barbieri che è arrivato al traguardo dei trent’anni di carriera che celebra in un doppio concerto, il sei ottobre a Milano ed il sette a Napoli. E’ sempre complicato raccontare quello che si prova ascoltando la vita in note di un artista, quando poi ti scava nell’anima, le parole sembrano essere sempre banali errori o trasformazioni involontarie della essenza di chi si presenta ad un pubblico.

Joe riesce a farci sentire parte integrante di una storia e di un percorso, senza porre domande e senza offrire risposte, lascia che tutto fluisca in maniera umana, empatica ed onesta, non canta soltanto, penetra sotto la pelle, lasciandoci senza fiato. Ci si immerge in una pellicola cinematografica, della quale non conosciamo protagonisti o ambientazioni e ci muoviamo cercando in qualche modo di trovare un finale del tutto personale.

Si tratta di un dono che appartiene solo a pochi esseri umani e che li rende immortali, non ha nulla a che vedere con folle oceaniche, o vendite, o apparizioni, è la capacità di farci sognare e sperare e che è con le sue vibrazioni comprensibile a chiunque, in qualunque parte del mondo ed in qualsiasi circostanza. Ogni suo concerto è un viaggio e questa volta per l’occasione Joe chiama al suo fianco altre voci, Tosca, Serena BrancaleMario Venuti, Nino Buonocore, Peppe Servillo e tanti altri, tutti accomunati dalla capacità di rapirci per un paio d’ore, trasferendoci in un mondo fatto di bellezza e sollievo, così lontano da quello che abitualmente spesso siamo costretti a vivere.

Serena Brancale

Barbieri ha sempre avuto la capacità di fondere stili diversi, il cantautorato italiano, la musica jazz ed anche le melodie brasiliane, perché riesce a realizzare un impasto di voce e note che non ha confini geografici, in uno stile unico, globale. Apre gli occhi e la mente al mondo, di cui coglie aspetti anche piccoli, lievi, porta se stesso con il suo bagaglio culturale di italiano ad assorbire ciò che lo circonda, conducendoci in questo viaggio meraviglioso, mostrandoci che esiste una realtà oltre la finestra e dobbiamo coglierla per arricchirci ed essere migliori.

Forse ho detto anche troppo dobbiamo solo goderci il suo “Tratto da una notte vera” e che segna un punto importante del suo percorso artistico, dobbiamo farci travolgere ed afferrare quanto più possibile del suo percorso personale, perché sia anche il nostro, seduti immaginando un cielo limpido e pieno di stelle sulla nostra testa e lasciare che si compia ancora una magia. Ogni concerto, ogni evento è unico, soprattutto nel caso di Joe, e non possiamo davvero perderlo.

La musica è basata sull’armonia tra Cielo e Terra, è la coincidenza tra il disordine e la chiarezza.

Nasco in un piccolo paese della provincia di Avellino, con il sogno di girare il mondo e di fare la giornalista, sullo stile della Fallaci. Completamente immersa, sin dalla più tenera età nei libri e nella musica, ma mai musona o distante dagli altri. Sempre con una battaglia da combattere, sempre con l’insolenza nella risposta verso gli adulti o verso chi in qualche modo pensasse che le regole non potessero essere afferrate tra le dita e cambiate. Ho sempre avuto la Provincia nel cuore, ma l’ho sempre vissuta come un limite, una sorta di casa delle bambole troppo stretta, per chi non voleva conformarsi a quello che gli altri avevano già deciso io fossi o facessi. Decido di frequentare Giurisprudenza, con il sogno della Magistratura, invaghita del mito di Mani Pulite, ma la nostra terra è troppo complicata, per non imparare presto ad essere flessibile anche con i sogni e le speranze, per cui divento avvocato con una specializzazione in diritto del lavoro prima e diritto di famiglia poi, ma anomala anche nella professione e mal amalgamata alla casta degli avvocati della mia città. La politica e la cultura , i cuori pulsanti della mia esistenza, perché in un mondo che gira al contrario non posso rinunciare a dire la mia e a piantare semi di bellezza. Scrivo per diletto e per bisogno, con la speranza che prima o poi quei semi possano diventare alberi.