di Christian Sanna
Ne Il malpensante: lunario dell’anno che fu (1987) l’autore Gesualdo Bufalino sostiene che “L’amore è un sentimento inventato. Ciò che conta è il gioco della seduzione, il rituale di piacere a qualcuno”, qualche anno dopo in Bluff di parole (1994) rincara la dose “L’amore, che sentimento difficile. Dove forse ciò che più conta è il teatrino della seduzione, il gioco di assoggettare qualcuno, di assoggettarsi a qualcuno”.
La seduzione è un’arte raffinata che supera il concetto di estetica (importante, ma non decisivo) con le tecniche e le strategie, l’odore, le parole sussurrate ed i gesti galanti, il mistero e la voce, il linguaggio non verbale e l’intraprendenza, la simpatia e la dialettica, e affonda le proprie radici nell’autostima. Chi non si ama abbastanza o meglio chi non ha fiducia nei propri mezzi ha poche possibilità di stimolare la curiosità dell’altro. Sedurre significa condurre a sè, indurre l’altro, grazie al proprio fascino, ad avere una relazione sentimentale ed è un concetto che viaggia sullo stesso binario della conquista, per questo è lecito affermare che la seduzione è una forma di potere, la più imprevedibile.
Nel famoso Diario del seduttore, Søren Aabye Kierkegaard descrive magistralmente la sensazione provata da una conquista (vittima?) del narcisista seduttore intellettuale Talvolta era così spirituale che io, come donna, mi sentivo annientata. Altre volte invece era così selvaggio e appassionato, così pieno di desiderio, che io quasi tremavo davanti a lui. Talvolta mi trattava come un’estranea, talvolta si abbandonava a me completamente: quando lo stringevo tra le mie braccia, tutto cambiava, e io “abbracciavo le nuvole”. I seduttori fanno pubblicità a se stessi accentuando i pregi, cercando di nascondere i difetti, recitano a memoria il manuale della persuasione con l’obiettivo finale ed unico della conquista. Entrare nelle grazie dell’oggetto del desiderio è per il seduttore un’affermazione delle proprie capacità a se stesso, una specie di patente dell’autostima.
Cito Cesare Pavese ” le cose si ottengono quando non si desiderano più” perchè è quello che sovente succede alla figura di cui sto parlando; una volta raggiunto l’obiettivo, quindi conquistato il cuore dell’altro, si ritorna a caccia di una nuova “preda” che soddisfi una fame che sembra non conoscere sazietà. La voce nel gioco della seduzione riveste (avrei voluto scrivere sveste) un ruolo primario, penso a La dècadance il seguito di Je t’aime moi non plus: le parole sussurrate da Jane e Serge lasciano poco spazio all’immaginazione, a cornice di un ballo sensualissimo, in cui i corpi comunicano, si cercano e si desiderano, sfiorandosi ripetutamente.
Per Charles Baudelaire “ Non si è morti fin quando si desidera sedurre ed essere sedotti”, questo ci fa capire quanto sia importante la seduzione nel processo di invecchiamento di un individuo; sentirsi desiderabili (e desiderati) a qualunque età per una donna ( vale forse meno per un uomo) rappresenta un incantesimo alla vecchiaia. Ne Il Laureato un giovane Dustin Hoffman resta ipnotizzato dalla sensualità della più esperta sig.ra Robinson, interpretata dall’affascinante Anne Bancroft. Quel corpo maturo, coadiuvato dall’esperienza e dalla consapevolezza della donna, risulta agli occhi del giovane laureato una tentazione difficile a cui resistere. Don Giovanni il personaggio letterario dell’opera lirica di Mozart è un seduttore concentrato su se stesso: narcisista, egoista e calcolatore. Seduttore seriale, non perde molto tempo nel corteggiamento; indossa la maschera romantica solo per arrivare all’obiettivo e, una volta conquistato il cuore dell’oggetto del desiderio, la toglie subito, rivelando la sua vera natura.
Giacomo Casanova avventuriero scrittore poeta diplomatico veneziano è un narcisista di grande fascino, ma a differenza di Don Giovanni, sembra realmente interessato alle donne che frequenta. Esperto in tecniche di seduzione, ogni volta che incontra una donna è convinto di aver trovato l’amore della vita, salvo poi abbandonare la partner di turno, una volta affievolita la fase della passione. In Casanova c’è la sofferenza di un uomo che esce distrutto da ogni storia, addolorato dalla fine della relazione e deluso per non aver incontrato la donna del destino. Per il sociologo Jean Baudrillard “ La seduzione non è il luogo del desiderio. E’ quello della vertigine, dell’eclissi, dell’apparizione e della sparizione”. Viene da un altro luogo colei che seduce ed ha quella luce in fondo agli occhi che ti rende cieco o innamorato, nella meravigliosa Elle est d’ailleurs Pierre Bachelet canta Et moi je suis tombé en esclavage de ce sourire, de ce visage et je lui dis “emmène-moi”/ E ho finito per essere schiavo di quel sorriso, di quel viso e le dico, portami via. Se il fascino di un uomo è la donna a stabilirlo, l’uomo dalla sua ha diverse carte da giocare affinchè la scelta della donna sia indotta, poi è chiaro che nella seduzione si scatenano molteplici fattori e ci sono numerose variabili. Del resto Jodorowsky sostiene “ siamo irresistibilmente attratti da chi ci creerà i problemi che ci servono per la nostra evoluzione personale”.