Ieri, per molti docenti, ha avuto inizio l’anno scolastico: i neoassunti hanno effettuato la presa di servizio nella scuola scelta (in sede provvisoria); i Docenti di ruolo hanno ripreso servizio, e con loro i docenti assegnatari provvisori, i Professori trasferiti e quelli oggetto di mobilità per passaggio. Da oggi, hanno inizio – per tutti loro- le ‘attività funzionali all’insegnamento’, rientranti nelle 40 ore annuali previste contrattualmente. Tra le attività la prima da affrontare è, innanzitutto, il Collegio dei Docenti, primo di una lunga serie. In seno al collegio Docenti, però, è previsto che si paleseranno le prime controversie della Riforma Renziana.
La legge n.170/2015, così come pubblicato sulla G.U. dello scorso 13 luglio, prevede l’istituzione di un “comitato di valutazione dei Docenti”. Tale organo era già in essere nella Scuola ed era preposto alla valutazione dei docenti neo immessi in ruolo; con la riforma, invece, esso acquista una nuova e più articolata veste.
Questo nuovo organo scolastico nascerà all’interno del Collegio con l’elezione di due componenti, un terzo docente verrà scelto dal Consiglio di Istituto, due rappresentanti saranno scelti tra i genitori ed uno – preso come componente esterno – sarà scelto dall’USR; tutti membri che saranno presieduti dal Ds.
Il Comitato, così costituito, sceglierà i “Docenti Meritevoli”, ai quali verrà attribuito, poi, un incentivo economico, prelevato da un apposito fondo d’ Istituto.
Quali saranno i parametri da seguire, i criteri da individuare per attribuire il merito, la Riforma non lo specifica e né tantomeno precisa la tempistica da osservare per l’elezione di questo Comitato. A questo si vogliono appellare i Docenti che protestano contro la Riforma Renziana. L’ intento è quello di presentare una mozione per il rinvio dell’elezione del Comitato ed attendere delucidazioni ministeriali al riguardo. Se tali chiarimenti saranno resi noti, ancora non si sa; per ora i Docenti appaiono sfiduciati già al primo Collegio Docenti…ed una partenza sbagliata non è quasi mai di buon auspicio.