di Alfredo Carosella
Più volte i vari governi che si sono succeduti hanno tentato di offrire degli incentivi ai cittadini per dare ossigeno a un settore strategico della nostra economia: l’edilizia. I cantieri portano lavoro non solo a imprese e tecnici ma anche a commercialisti, assicuratori, produttori e commercianti di materiali e manufatti, trasporti. A volte anche ai magistrati e alle forze dell’ordine, ma questo è un altro discorso.
Quasi un anno fa – in piena crisi pandemica ed economica – è stato emanato il cosiddetto “Decreto rilancio”, che prevede anche la possibilità di eseguire lavori di efficientamento energetico e adeguamento antisismico fruendo di detrazioni fiscali fino al 110% della spesa sostenuta. La misura è rivolta principalmente ai condomini e alle abitazioni funzionalmente indipendenti e prevede alcuni punti fermi: è necessario eseguire almeno un lavoro “trainante”, come l’isolamento termico dell’involucro, la sostituzione di impianti di climatizzazione invernale, lavori antisismici; nel caso dell’ecobonus occorre conseguire il miglioramento di due classi energetiche del fabbricato.
A tali lavori, e rispettando alcune condizioni, si possono “agganciare” altri interventi quali la realizzazione di un impianto fotovoltaico, la sostituzione degli infissi o della caldaia, l’installazione di una colonnina di ricarica per auto elettriche. Risparmio energetico, riduzione dell’inquinamento e del rischio sismico, nuovo incentivo all’utilizzo di fonti rinnovabili: un’iniziativa lodevole, senza ombra di dubbio. Senza dimenticare l’obbligo di pagare i lavori secondo i listini ufficiali delle opere pubbliche e i tecnici secondo il Decreto Parametri 2016. Prezzi e parcelle senza sconti: un sogno!
Come già detto, le detrazioni fiscali esistevano già, anche se in misura minore ma la grande novità introdotta dal Decreto è un’altra: la possibilità di cedere il credito d’imposta. Si è detto, con grande enfasi, che i cittadini avrebbero potuto fare i lavori gratis.
Anche in passato sono stati effettuati interventi di efficientamento energetico o adeguamento sismico dei fabbricati ma, in effetti, si è riscontrato che tali interventi sono stati eseguiti solo da coloro che ne hanno avuto una effettiva e improcrastinabile necessità. Si tratta di lavori costosi e sono pochi i contribuenti che possono trarre un beneficio da una detrazione fiscale da spalmare in dieci anni (con il superbonus gli anni sono stati ridotti a cinque). Quindi, la possibilità di cedere il credito alla ditta esecutrice dei lavori o ad un soggetto finanziario, unita alla detraibilità totale di alcune tipologie di lavori, avrebbe dovuto far sorgere innumerevoli cantieri in tutta Italia. Perché non è successo?
Una politica innovativa e compatibile con l’ambiente, definita “un bazooka”, dal pentastellato Riccardo Fraccaro, ex Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio nei due Governi Conte. Eppure, anche se dall’inizio dell’anno si registra la partenza di alcuni cantieri, non c’è stata l’esplosione di attività che era stata prevista.
I primi sei mesi sono passati in attesa di decreti attuativi, chiarimenti, istruzioni per l’uso, faq, vademecum degli Ordini professionali ma poi, soprattutto, ci si è scontrati con il vero – e ben noto – ostacolo di tutta la procedura: l’enorme quantità di difformità e abusi edilizi disseminati in un tutto il territorio e in alcune zone in particolare. Già, perché l’art. 49 del DPR 380 del 2001, recita che “gli interventi abusivi non beneficiano delle agevolazioni fiscali previste dalle norme vigenti, né di contributi o altre provvidenze dello Stato o di enti pubblici”. Nessun beneficio quindi, né per i superbonus, né per il Conto termico al 65%, né per le manutenzioni straordinarie al 50%. Lo scopriamo dopo venti anni perché fino ad oggi non ci sono mai stati i controlli ma, per i superbonus, l’Agenzia delle Entrate avrà otto anni di tempo per operare le opportune verifiche.
In un territorio quale è il nostro, il contrasto all’abusivismo edilizio è di importanza primaria. Il fatto è che, nonostante alcuni correttivi alla norma che hanno sbloccato qualche procedura, il problema coinvolge troppe abitazioni. Ci sono grandi condomini che si bloccano per la presenza di un singolo abuso edilizio o per difformità operate in corso di costruzione e mai sanate. Inoltre, per gli immobili realizzati prima del 1967 e per i quali il Comune non dispone delle Licenze Edilizie, i tecnici hanno difficoltà a provare e asseverare la legittimità del fabbricato.
Occorre trovare una soluzione, perché i cantieri partiti sono troppo pochi e spesso riguardano piccole costruzioni. Stiamo perdendo l’opportunità di cambiare davvero il nostro Paese ed è un vero peccato, perché sarebbe una magnifica favola da raccontare ai nostri figli.