di Alessandro D’Orazio
A fine dicembre, come è noto, è stata approvata da parte della maggioranza di governo una manovra inevitabilmente contestata ed oggetto di profonde critiche da parte delle opposizioni. Oggi, nel momento in cui l’esecutivo giallo-verde sta elaborando i relativi decreti attuativi, l’attenzione si è spostata nei confronti di tutte quelle categorie sociali necessitanti di specifiche tutele normative, a cominciare dalle persone gravate da disabilità.
In particolare è stato rilevato da molti l’assenza all’interno della legge di bilancio 2019 e nella bozza del decreto legge sul reddito e la pensione di cittadinanza di aumenti relativi alle pensioni di invalidità (uno degli obiettivi inseriti tra l’altro nel contratto di governo). Oltre a ciò, va segnalato che sul fronte delle misure per favorire l’occupazione delle persone disabili vi siano ulteriori criticità, legate al fatto che i disabili non siano obbligati a sottoscrivere i previsti Patti di inclusione e per il lavoro, così come non vi rientrino neanche coloro i quali prestano loro la necessaria assistenza.
Secondo le stime relative al reddito di cittadinanza è emerso che saranno 260mila i cittadini affetti da disabilità che usufruiranno del sussidio, se non fosse però per un dato decisamente preoccupante: in Italia le persone con disabilità sono oltre 4 milioni!
A causa dei bassi parametri reddituali e patrimoniali richiesti per accedere alla misura, dunque, saranno numerose le domande di persone appartenenti a questa categoria che vedranno negata la possibilità di accedere all’agevolazione in questione. Per di più sembrerebbe che non sia stato previsto alcun coefficiente aggiuntivo nel caso in cui nel nucleo familiare sia presente una persona non autosufficiente o con disabilità grave.
In considerazione delle numerose problematiche evidenziate, sono state diverse le associazioni a sostegno di persone con disabilità ad aver proposto una lunga lista di correzioni urgenti alla bozza del decreto legge su reddito e pensione di cittadinanza. Di converso, però, tra le note positive è bene sottolineare anche un aumento di alcuni fondi (non autosufficienze, politiche sociali e fondo per i caregiver familiari) e l’introduzione di nuovi (il fondo per l’inclusione delle persone sorde e con ipoacusia e il fondo per l’accessibilità e la mobilità delle persone con disabilità), oltre alla riconferma dell’assegnazione del fondo “Dopo di noi”.
In attesa del definitivo palesarsi di più dettagliate linee politiche d’indirizzo, va evidenziato che vi sarà necessità di specifiche politiche a favore della disabilità che non siano improntate unicamente su logiche assistenzialistiche, ma che mirino alla piena valorizzazione di una categoria troppo spesso abbandonata a se stessa e che nel corso degli anni non ha goduto delle doverose tutele normative.