di Danilo Cappella
Napoli, centro storico.
Passeggiando per i decumani, si ha la possibilità di mangiare la migliore pizza del mondo.
Il livello di competitività è alto ma la competizione è sanissima; sanissima, proprio come quella pizza.
Una volta a settimana, più o meno, bisogna soddisfare questo vizio e riconciliare la propria esistenza con il mondo.
Ed è incredibile come la stessa pizza, mangiata ogni settimana, dia ogni volta la sensazione di una nuova scoperta.
Una domenica pomeriggio qualsiasi, Napoli è piena di turisti; il giorno prima le pizzerie sono state prese d’assalto più del solito e hanno avuto un successo fuori misura.
Prendi la tua pizza, ma non ti soddisfa come sempre.
Ha qualcosa di strano.
Il piacere ti rimane, ma anche un po’ di amaro in bocca.
Pensi che una giornata storta capita anche ai più grandi, e che magari il boom di turisti del giorno prima ha rasserenato troppo i pizzaioli, privi oggi della consueta tensione necessaria a stravolgere i palati di tutto il mondo.
Non fai processi, non inventi storie che risulterebbero vere solo nella tua mente; sai che è stato solo un caso, e che quella pizza rimane la migliore al mondo.
Ecco.
Semplicemente questo è quello che è successo al Napoli.
Nessun appagamento, nessun problema di rosa, nessuna distrazione.
La Champions ci ha svuotati, e siamo incappati in una giornata no.
Chiaramente è un aspetto da migliorare, ma perché partire con dei processi alla squadra, a Sarri, a chiunque?
Quando si perde, è il momento di compattarsi ancora di più; soprattutto quando si parla di una compagine che sta giocando un calcio meraviglioso, e lo sta mostrando agli occhi dell’Italia e dell’Europa.
Dopo due giorni, la sconfitta fa ancora male; ma, se vogliamo crederci, non possiamo smettere di farlo soltanto perché siamo finiti a quattro punti dalla Juventus.
Tra l’altro, se qualcuno vi dicesse che la Juve l’anno scorso ha vinto quasi tutte le partite del girone di ritorno, e che quindi potremmo farlo anche noi e ribaltare le gerarchie, rispondereste che “noi non siamo la Juve”.
Ma allora scusatemi, ma se pensate che non siamo a livello della Juve, perché vi lamentate dopo una sconfitta arrivata dopo sette giornate?
Smettetela di criticare e godetevi quello che abbiamo.
La strada è la nostra, e prima o poi andrà nel verso giusto.
Abbiamo aspettato le imprese del Napoli per anni, e vogliamo lamentarci ora che diamo la sensazione di essere vicini a realizzarle?
Dobbiamo soltanto imparare a volare quando siamo tanto in alto; senza paura di cadere.
Senza soffrire di vertigini.
Come dice il Jova.
“La vertigine non è paura di cadere,
ma voglia di volare.
Mi fido di te!”
Fidatevi, come fareste della pizzeria che per 364 giorni è la migliore al mondo, e che un giorno all’anno incappa in una giornata no.