A luglio 2014, il Presidente del Consiglio in carica ha reso nota una proposta di riforma, senza precedenti, che riguarderà la scuola: si tratta della “Buona Scuola”, le cui linee guida constano di ben 136 pagine e che- inizialmente-sono state introdotte come DL (decreto legge).
La scuola, dunque, è stata avviata ad una riforma “Renziana”, tramutata in DdL(disegno di legge), che ne stravolgerà prassi, contenuti e procedure. Le informazioni si susseguono ad onda d’urto. Per non perdersi e venire travolti dallo tsunami di voci di corridoio e di strada, affrontiamo punto per punto la riforma. Partiamo dagli alunni, centro nevralgico della scuola come istituzione di educazione, istruzione e formazione. Agli alunni della scuola primaria è data la possibilità di arricchire il loro percorso formativo con più ore di musica, arte e attività motoria. Le classi, diversamente da quanto previsto dal DPR 81/2009, saranno calibrate alle necessità di ogni singola realtà scolastica, con la possibilità di ridurre il numero degli alunni per ciascuna classe e vedere migliorata la qualità della didattica.E’ previsto, già dalla scuola primaria, lo sviluppo delle competenze digitali e la concreta possibilità di fare uso della metodologia CLILper l’insegnamento dell’inglese attraverso altre discipline. E’ in programma anche il Piano Nazionale Scuola Digitale, onde sviluppare le competenze digitali di docenti ed alunni, mediante anche il potenziamento delle infrastrutture digitali e delle strutture tecnologiche e informatiche.
I Docenti saranno quelli maggiormente investiti dalla riforma, a partire proprio dal reclutamento degli stessi. In prima istanza verranno assunti circa 100.000 precari (50% da concorso 2012 e 50% da GAE) e l’immissione in ruolo avverrà esclusivamente tramite concorso, da indire ogni 3 anni. Le graduatorie dei precedenti concorsi e della GAE saranno soppresse e quelle dei futuri concorsi saranno valide solo per tre anni e comunque fino ad indizione di un nuovo concorso.
Non ci saranno più attribuzioni di supplenze, né dalla graduatoria ad esaurimento né dalla graduatoria di Istituto; saranno i Docenti di ruolo a sostituire i docenti assenti e a ricoprire i ruoli rimasti scoperti. E’ previsto, invero, l’organico funzionale dell’Autonomia scolastica che imporrà l’utilizzo dei Docenti a tempo indeterminato sulla base di una programmazione triennale di organico stilata dalla singola scuola.
L’organico consterà di risorse interne al sistema scuola per i posti comuni e di sostegno, con la possibilità di istituire posti in deroga, nonché quelli per il potenziamento dell’offerta formativa e per coprire le supplenze di lungo periodo.
Dopo l’immissione in ruolo il docente effettuerà, come in passato, l’anno di prova (minimo 180gg) sotto la supervisione del Docente Tutor. La novità sarà che, se vi dovesse essere un esito sfavorevole a seguito della istruttoria fatta dal docente con funzioni di tutor, e sentiti il Collegio dei docenti e il Consiglio di Istituto, il dirigente potrà far decadere dal servizio il docente con effetto immediato e senza obbligo di preavviso.
Abolizione, inoltre, degli scatti stipendiali previsti dal CCNL ed introduzione di un fondo di istituto da ripartire tra i docenti meritevoli in relazione ai risultati raggiunti, in base al rendimento degli alunni, alla progettualità didattica e all’impegno profuso per i miglioramento complessivo della scuola.
Anche al Dirigente scolastico verranno attribuiti nuovi oneri e responsabilità: valutazione dei docenti neo-immessi, scelta dei docenti dagli albi territoriali e remunerazione aggiuntiva degli stessi in base al merito, ed infine l’Individuazione di 3 docenti che lo affianchino nell’organizzazione dell’istituzione Scolastica.
Quelli che molti forse non sanno è che la proposta di riforma di Renzi era stata preceduta da una LIP, ovvero una Legge di iniziativa popolare titolata“Per la buona scuola per la Repubblica” depositata per la prima volta alla Camera nel 2006 e nuovamente a dicembre al Senato con il n. 1583 e alla Camera con il n. 2630. Questa proposta di legge era stata elaborata da genitori, Docenti, studenti e stakeholders che portavano alla luce il sistema scuola visto dall’interno e secondo le difficoltà oggettive che si incontrano nel fare scuola.
Erano soggetti motivati a veder cambiare la Scuola partendo dalle difficoltà di tutti i momenti scolastici, quei soggetti che, oggi, sperano che la metodologia CLIL non rimanga teoria; che auspicano che l’ora in più alla primaria di Educazione fisica non si tramuti in tempo di “ricreazione” indiscriminata; che desiderano che il sovraccarico di ore per i docenti non si tramuti in una stanchezza generalizzata; che vorrebbero che la meritocrazia non crei docenti di serie A e serie B; che ambiscono a che il cambiamento non diventi il vero tsunami di malcontento pronto ad investire il mondo della Scuola.