di Christian Sanna
C’è una poesia che non sono riuscito a scrivere, mi é rimasta nel cuore. E pensare che forse é la più bella di tutte. Già, perchè mentre su ciò che é stato si possono scrivere litri di parole per arrivare in un posto chiamato capolinea, di ciò che non si è avverato si conservano le illusioni, i rimpianti, le speranze, le presunzioni di eternità e di sconfinata bellezza per arrivare da nessuna parte che a pensarci bene è forse la più verosimile e struggente delle destinazioni.
Penso che l’impegno di un sognatore incallito risieda nello sfiorare il sogno, andarci così vicino e poi lasciarselo sfuggire. Il successo del sognatore è il fallimento del sogno, poichè un sogno che non si realizza resta sogno per sempre e conserverà per tutta la vita quell’aura di poesia e disperazione, la magia dell’infinito su cui l’immaginazione potrà lavorarci di romanticismo e nostalgia.
Per Gabriele D’Annunzio Il mio sogno è stabile e regge il mio peso. È il gradino su cui salgo, per avvicinarmi alle mie speranze, mentre secondo Marcel Proust I sogni, beninteso, non sono realizzabili, lo sappiamo; non ne faremmo forse senza il desiderio, e invece è utile farne per vederli fallire e perché il loro fallimento ci serva d’insegnamento. Ne Il Grande Sogno, il professore Roberto Vecchioni canta Voglio la donna che ride, la voglio di più /Noi due soli nell’alba dorata dei mari del sud/E fatine dagli occhi turchini, zecchini per me/E portarmele tutte nell’isola che adesso c’è/E l’importante è chi il sogno ce l’ha più grande/L’importante è di avercela la gioventù.
Anche un pò per questo, penso si scriva: riscattare un sogno andato a male, aggiustare con il racconto le cose che non ci sono piaciute, anestetizzando con le parole quel dolore che se consapevoli che ci sarà sempre, farà col tempo meno male. Io non rimpiango nessuna storia d’amore nè sono alla ricerca di un odore già sentito, il mio cuore cerebrale e magico ha letto le carte ai suoi sentimenti, conosce a memoria il suo destino, fiero di ciò che è stato e di come ha amato, ma al tempo stesso entuasiasta della filosofia che negli anni si è costruita con le cose sfuggite, le occasioni perse, i sentimenti inespressi.
Ora a quarantadue anni che è un’età che reputo “insignificante” perchè non sono nè giovane nè vecchio e neanche poi ho realmente capito per cosa, affondo il sedere delle mie riflessioni su una poltrona di concetti per pochi e ci faccio una letteratura del non detto, dei sentimenti silenziati e dei baci sospesi, a supporto di una cultura del fallimento che restituisce all’uomo una dimensione più umana, quella della sua fallibilità.
Il pittore surrealista Renè Magritte sostiene I sogni non vogliono farvi dormire, al contrario, vogliono svegliare. Nel celebre dipinto Les Amants dobbiamo affidarci all’immaginazione per rivelare i volti incappucciati dei due innamorati che si scambiano un bacio. Del resto, per l’artista La realtà non è mai come la si vede: la verità è soprattutto immaginazione.
C’è una prosa che ho scritto, non sostituisce la poesia mancata. Quel che non raggiungo è lo stupore di quei girasoli impazziti di luce, quel che non comprendo è qual è il mio posto nel tuo cuore, accanto a quale pensiero siedo, quanto sono andato vicino alla tua idea di felicità. In fondo, come Penna e con più sogno Io vivere vorrei addormentato entro il dolce rumore della vita.