Librerie napoletane: una crisi (forse) senza fine

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Un’altra saracinesca che si abbassa definitivamente. Un’altra libreria che è costretta a chiudere. Questa volta il triste epilogo toccherà alla San Paolo degli ex Dehoniani in via Depretis, specializzata in testi religiosi, cattolici ma non solo. Un tesoretto unico a Napoli di filosofia, spiritualità, teologia e varie pagine rare. La libreria iniziò la sua attività trentacinque anni fa e da circa sette i Paolini di Alba (gli editori di testate storiche come Famiglia Cristiana) erano subentrati proprio ai padri Dehoniani. Come spiegato dalla ormai ex dipendente Paola Santoro, il trend negativo si è cominciato a registrare negli ultimi mesi, ovvero da quando il contratto d’affitto del locale (di proprietà degli stessi Dehoniani) è lievitato da mille a tremila euro mensili.


Per la liquidazione non sarà organizzata nessuna svendita fallimentare, a differenza – come noto – di Guida a Port’Alba che, dopo i due giorni di svendita del 24 e 25 settembre scorsi, riaprirà di nuovo al pubblico per smaltire i testi rimasti ancora sul groppone (volumi editi soprattutto da Guida che riguardano Napoli e la sua storia). Questa volta i curatori fallimentari della società Lettura s.r.l. apriranno le porte dalla storica libreria il 7 novembre dalle 15.30 alle 19.30 e l’8 dalle 10 alle 24 (una pausa è prevista dalle 13 alle 15.30). Il secondo giorno di questo secondo step di svendita si prolungherà così in una sorta di ‘notte bianca’ dei libri, che probabilmente coinvolgerà anche gli altri esercizi della zona. Una piccola iniziativa, quindi, per alleviare il grande dolore di chi quella libreria l’ha frequentata e amata per decenni e che ora si appresta alla definitiva dipartita.
Le ragioni di questa crisi senza fine sono ben note e le prospettive per un’inversione di tendenza sembrano davvero poche. Nonostante ciò, per le librerie, e potenzialmente per tutte le attività culturali della città, un piccolissimo bagliore di luce alla fine di questo buio tunnel sembra ancora esserci: «Laddove si facciano migliorie al territorio (ovvero introduzione di nuovi elementi di arredo e riqualificazione di facciate, vetrine e insegne) esoneriamo le attività dal pagamento. L’unico vincolo da rispettare sarà che il progetto dovrà essere convenuto con l’amministrazione. Un emendamento che ho fortemente voluto introdurre: coprirà Port’Alba e gli esercizi culturali di altre zone, ma anche attività di ristorazione esterna che accrescano la qualità di Napoli». A parlare è l’assessore alle Attività Produttive del Comune Enrico Panini. 
Probabilmente l’ondata di protesta scatenatasi dopo le multe della Municipale alle bancarelle di Port’Alba sembra che qualcosa abbia fatto smuovere. Ma resta un dato triste e preoccupante: la San Paolo si va aggiungere alle altre ben quaranta librerie napoletane che nel giro degli ultimi cinque anni hanno dovuto chiudere definitivamente i battenti.

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