Trovare delle soluzioni alternative per risolvere problemi connessi con il rispetto dei doveri lavorativi sta divenendo, negli ultimi tempi, necessario se non addirittura obbligatorio.
L’obbligo è per chi si trova a ricoprire ruoli dirigenziali in amministrazioni ed aziende, con l’ onere aggiuntivo di garantire il rispetto dello Statuto dei Lavoratori e del rispetto delle norme che regolamentano un ambiente di lavoro, in linea con i Contratti Collettivi Nazionali. Ad ottobre, l’iniziativa dei dirigenti della struttura ospedaliera di Salerno San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona è stata quella di arginare il problema “dell’assenteista con presenza” , cioè di coloro che risultano regolarmente presenti sul luogo di lavoro, ma che nella realtà sono assenti, con l’utilizzo di un sistema che garantirebbe l’osservazione dei propri doveri lavorativi. L’idea, mutuata dall’estero e da molte amministrazioni private italiane, è quella di sostituire il tanto classico badge marcatempo e identificativo con le proprie impronte digitali. La soluzione garantirebbe quanto meno l’impossibilità di passare il proprio badge ad un’altra persona- sia esso collega o persona estranea- e di redimere oltremodo coloro i quali intendono abbandonare il proprio posto di lavoro con un sistema di controllo più “ad personam”.
L’ Azienda ospedaliera di Salerno era stata al centro di una clamorosa indagine che aveva evidenziato nel particolare nove impiegati tra infermieri, caposala, tecnici specializzati e operatori sanitari (ma dalle indagini però scaturì un numero esorbitante di “assenteisti con presenza”) che si dileguavano dal proprio luogo di lavoro per andare a fare la spesa, giocare a carte, fare una passeggiata, andare dal parrucchiere.
La rilevazione biometrica ha suscitato malcontento tra i dipendenti ospedalieri, caldeggiati dai sindacati, convinti di vedere in qualche modo violata la propria privacy.
Il garante della privacy ha invece rassicurato che alle impronte non corrisponde un archiviazione delle stesse con annessa violazione della privacy, autorizzando così l’uso delle impronte digitali per l’ottimizzazione del sistema pubblico. Sarà presto inventato qualcosa per bypassare le impronte digitali? Staremo a vedere!