Quella che sta per terminare è stata una delle soste di campionato più difficili da sopportare. Perché c’era da assorbire la prima sconfitta stagionale, e perché la domenica di pausa ha deciso di essere comunque negativa. Senza fare vittimismi, pare però che il nostro destino sia di intossicarci il week-end anche quando non si gioca, mentre quello di altri è di godere alla faccia nostra pure a bocce ferme. L’infortunio di Milik pare aver gettato il Napoli nel baratro, un tunnel senza possibilità di segnare dal quale uscire sembra clamorosamente difficile. Ma c’è un “a meno che”, c’è una luce in fondo a quel tunnel. Di nome fa Manolo, e ha il numero 23 sulle spalle. Manolo ci ha incantati dal primo giorno che ha messo piede a Napoli. Un sinistro fatato, di quelli che se ti passano davanti non puoi fare altro che rimanere a bocca aperta e ammirare. E ha segnato. Ha segnato tanto. Però, diciamocelo, Manolo, diciamocelo io e te tanto nessuno ci sente. Hai segnato tanto quando di bisogno non ce n’era così tanto; e poco quando davvero era necessario. Hai subito il peso di un fenomeno (il 9 passato al nemico), ed è pienamente comprensibile. Scarico di responsabilità, sei riuscito a comunque a fare il tuo quando chiamato in causa. Poi è arrivato un ragazzone polacco che ha provato subito ad imporsi. Partivate alla pari, ma tu hai avuto paura. E lui no. E in un secondo ti è passato davanti e ti ha relegato a ruolo di eterno secondo. Ora tocca a te, per forza di cose. Tocca a te e a nessun altro. Quei 7 e passa metri sono lì ad aspettare che tu li centri. Nessuno può toglierti il posto, adesso. Ora, il tuo nemico sei soltanto tu. Scrollati di dosso la paura. Ma paura di che, poi? Hai un talento smisurato, e questo non va dimostrato a nessuno. È vero, la fiducia della gente, e forse anche un po’ quella del mister, non le hai mai conquistate appieno. Ma questo non dovrebbe essere un freno. Dovrebbe essere il carburante che ti spinge a fare di più. A spaccare tutto. Non hai più niente da perdere. Devi solo prendere quel terreno di gioco e divorarlo. Devi esserci. Con la mente prima che col corpo. I gol verranno da sé, senza nemmeno doverli aspettare con ansia. La cazzimma, Manolo. L’unica cosa che ti manca è quella. È il momento di farla venire fuori, se ce n’è (scusaci ma devi concederci il beneficio del dubbio). Questo è il momento. Ora, o mai più. Altrimenti tutti avremo perso un’opportunità, tu e noi. È evidente che il peso di un popolo, di una tifoseria sfiduciata, forse è ancora peggiore che avere davanti uno come Milik (o come quell’altro che c’era prima), ma proprio perché siamo a corto di speranze e sentiamo il fondo del terreno coi piedi, possiamo soltanto risalire. E tu sei il nostro argano a motore. Prima di entrare in campo, ascolta quel maestro di De Gregori. Credo abbia qualcosa da dirti. Forza, Manolo! “Manolo, non aver paura di tirare un calcio di rigore, non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore, un giocatore lo vedi dal coraggio, dall’altruismo e dalla fantasia..”