– di Jessica Spinelli-
Photo: Marco Costanzo
Irrompe tra la folla come sole estivo, il sorriso di Jovanotti. Camicia hawaiana, tatuaggi colorati che fanno festa sulla sua pelle e cappello in testa: si fa largo tra più di quattrocento ragazzi, con passi svelti, come se musicasse pure quelli.
Si è svolto il 4 giugno, in un’aula presso la Facoltà di Giurisprudenza della Federico II, sita in Via Porta di Massa,l’incontro “I linguaggi della Creatività” organizzato tra Lorenzo Cherubini, in arte Jovanotti, e gli studenti napoletani della più antica università laica italiana. A dirigere lo scambio di battute tra l’ospite atteso ed i giovani c’era il Professor Lello Savonardo, del dipartimento di Scienze Sociali, amico del cantante: i due si erano già conosciuti grazie alla musica.Tanti gli studenti, ma non tutti quelli che avrebbero voluto esserci.
L’evento è stato annunciato settimane prima, senza che fossero ben chiare le modalità per parteciparvi. Si credeva che potessero accedervi tutti coloro che ne avessero avuto il desiderio, in quanto fan, ma soprattutto in quanto studenti liberi di godere di una singolare, probabilmente irripetibile, opportunità a portata di mano: l’università è di coloro che vi sono iscritti, l’ università la fanno gli studenti e tutti loro, indistintamente, devono avere accesso alle proprie aule.Per alcuni un’ ingiustizia, declamata sui social network, scagliandosi contro l’artista e gli organizzatori dell’incontro, una necessità per altri, per logici motivi di spazio e sicurezza dei locali. Ad entrarenell’aula, quindi, solo coloro che fossero riusciti in tempo record a prenotarsi, anche se non tutti fossero venuti a conoscenza dei modi per farlo.L’incontro, nonostante i dissensi, si è svolto in perfetta sintonia tra i giovani ed il cantante, sfrontato in ogni parola, il cui entusiasmo era evidente nel suono della voce e nella luce degli occhi. Non è la creazione che fa l’artista, dice Jovanotti, ma l’invenzione. Nulla si crea dal nulla, ognuno inventa per esperienza, perché coglie dagli altri e dal mondo circostante cose a cui riesce a dare un senso diverso, aprendo la mente del prossimo al nuovo. Tante le domande rivolte al cantante, nessuna risposta assoluta lui si sente di dare: non è un guru, non ha la chiave, né conosce i segreti per riuscire a concretizzare i desideri.
La risposta sta nel lasciarsi, nel provare, nello sperimentare. La risposta sta nel non aver paura a far vedere ciò che si è, dicendolo nel proprio unico modo, comunicandolo agli altri creando incidenti di cuori e menti. Alla parola “speranza” non aggiungerebbe nulla, dice, perché contiene già tutto, è perfetta in se, così come si presenta. Inevitabile, poi, arrivare a parlare di Pino Daniele, scomparso il 4 gennaio u.s. Un’amicizia, quella tra Pino e Jovanotti, affrancata nel lontano 13 luglio del 1994, in un concerto allo Stadio San Paolo, accompagnati anche da Eros Ramazzotti. Proprio il biglietto di questo concerto gli viene regalato da uno studente, che lo aveva conservato gelosamente. Dice Lorenzo di non aver mai visto nessuno amare profondamente la musica come faceva Pino. Prima di congedarsi, il cantante afferma che, grazie a questo incontro, porterà con se più di quanto i ragazzi possano immaginare: i giovani sono la società più viva, nei loro occhi si intercettano sguardi di allegria ma soprattutto di umiltà. E’ importante restituire a chi cresce quello che si è avuto la fortuna di imparare in vita, Jovanotti lo ha fatto raccontandosi senza riserve, ricordando alle nuove generazioni che per non perdere basta non fermarsi.
Di seguito altre foto della giornata: