L’ostracismo era una procedura dal significato morale che nell’Antica Grecia assumeva connotazione politica. Dal giudizio di ostracismo emergeva chiaramente il fatto che la condanna non richiedeva e non comportava una qualche accusa penale. Plutarco, per esempio, racconta che Aristide fu “ostracizzato” perché la sua buona fama e reputazione, tanto da essere soprannominato “il Giusto”, lo rendevano, indipendentemente dalle sue intenzioni, un tiranno potenziale.
L’ostracismo infatti, pure essendo una istituzione seria, ad Atene non era ritenuta una punizione di per sé infamante. Serviva innanzitutto a calmierare eventuali eccessi, sempre visti con sospetto nell’Antica e saggia Grecia, che in questo modo preveniva e puniva con un esilio temporaneo di 10 anni coloro che avrebbero potuto rappresentare un pericolo per la città e la comunità. Il termine “ostracismo” deriva da “òstrakon” che in greco significava “conchiglia”, la cui forma avevano i cocci di terracotta sui quali venivano incise suddette sentenze. Con questa pratica, sicuramente ingiusta, ma assolutamente indolore, oggi non è più possibile procedere e, per certi versi, me ne rammarico. Quando si dice che oggi abbiamo un Governo “democraticamente eletto”, diciamo una grossa bugia. Al massimo possiamo dire di avere un Parlamento democraticamente eletto.
Se vai al supermercato e compri un pacco di pasta e un pacco di riso, sai benissimo che, tornando a casa, a nessuno verrebbe in mente di cucinarsi pasta con riso. Ci possono essere degli ingredienti che vanno bene con entrambi i prodotti, tipo, fagioli, patate o pomodoro. E allora si dovrebbero cercare delle alleanze, tipo quello che cercò di fare Bersani (segretario dell’allora partito di maggioranza relativa), con primo M5s. Ve lo ricordate vero lo streaming con l’ex segretario PD e i cittadini Crimi e Lombardi? In quell’occasione mi resero Bersani quasi simpatico, mortificato a tal punto che arrivai a solidarizzare umanamente con lui, che, detto per inciso, non ho mai votato. Mi sentii tanto Nanni Moretti: “Di’ qualcosa di sinistra! Di’ qualcosa!”. Visto l’ostracismo (appunto) dei due grillini, sperai almeno che, facendo appello ad un rigurgito di dignità, Bersani si alzasse e abbandonasse quella farsa. E invece niente. Fu una specie di supplizio di Tantalo, sempre a proposito di antichi greci. “Non potevamo accordarci con chi abbiamo sempre combattuto”, sentenziarono entusiasti parlamentari, attivisti, simpatizzanti ed elettori dei 5s. Fu solo la prima di una lunga serie di contraddizioni, che qualcuno si ostina a chiamare bugie. Nun sputa’ ‘ncielo ca ‘nfaccia te torna! “Puntiamo al 51% per poter cambiare il Paese!”.
Poi qualcuno deve aver capito che, nonostante i disastri innegabili perpetrati dai governi precedenti, e sui quali erano stati costruiti i loro successi, un risultato del genere sarebbe stato impossibile da raggiungere. E ci si dovette adattare, oppure accontentare, di altri alleati, che erano stati altrettanto ostinatamente e ferocemente combattuti, rinnegando frasi ad effetto, tipo: “Non ci alleeremo mai con la lega nord!”. Raggiungere il 37% per un partito che si presenta da solo contro tutto e tutti, e un successo clamoroso. Ma non basta per governare. Come la juve, che nonostante abbia vinto sette scudetti consecutivi, per tentare di vincere la Champions è costretta a comprare CR7. Ora io non mi sognerei mai di paragonare Salvini a Ronaldo, ma possiamo dire che Salvini ha rappresentato per il M5s l’ancora di salvezza. Ma attenzione che, se l’ancora non è appunto ancorata bene, ti può trascinare a fondo.
Per fortuna solo metaforicamente e non realmente come capita di questi tempi ad alcuni disgraziati. Questo governo, di fatto non ha opposizione, né nel Paese, né tanto meno in Parlamento, dove troviamo troppi “ingredienti” (patate, fagioli, pomodoro, come FI, Fratelli d’Italia ed ex qualcosa), che vanno bene con uno dei due ingredienti principali (la pasta di cui sopra, rappresentata dalla lega nord), a prescindere dall’altro ingrediente (M5s), che pur restando (per il momento) il partito di maggioranza relativa, si trova di fatto succube, non avendo altre sponde su cui poter giocare ed approdare. Sicché la seconda carica dello Stato è appannaggio di una signora, sicuramente degnissima e meritevolissima, ma che ha sempre fatto parte dell’universo berlusconiano, unitamente ad alcuni importanti ministri del Governo del cambiamento e la Meloni non vede l’ora che questo esecutivo cominci a scricchiolare per poter correre in soccorso come terza gamba. La sinistra radicale è troppo impegnata a raccogliere i cocci della propria autodistruzione (che continua) ed al PD non resta che perdere pure le primarie per potere finalmente dire di aver perso ormai tutte le elezioniche umanamente è possibile perdere. Chi dovrebbe (e potrebbe) fare opposizione?
Inoltre non dimentichiamo un altro fattore importantissimo rappresentato dal PdQ: il Partito di Quelli che non se ne vogliono tornare a casa nemmeno con le mazzate, che in questo Parlamento detiene la maggioranza assoluta. Gente sparsa più o meno equamente e democraticamente in tutti i partiti dell’arco costituzionale. Nominati e non eletti, grazie a una legge elettorale iniqua che tutti dicono di voler cambiare, ma nessuno si sogna di cambiare. Impiegati, commercianti, professori, bidelli, operai, disoccupati che non hanno nessuna intenzione di tornare alla vita precedente ed abbandonare Montecitorio e Palazzo Madama. I nostri Onorevoli insomma, fatti salvi i “big”, sanno che se si dovesse sciogliere il Parlamento, rischierebbero di non essere nemmeno candidati. La spinta maggiore al “patto di governo” è stata imposta ai rispettivi segretari di partito dai cosiddetti “peones”, quelli che in Parlamento si limitano ad alzare la mano. “Se non vi accordate voi, lo facciamo noi!” hanno minacciato i rispettivi partiti. A unisono, come dice Verdone. Sono infatti cominciate le selezioni per meriti ed esami per molti di loro. Avete notato che in TV ci vanno tutti deputati giovani e di bella presenza? Sembrano scelti da “Uomini e donne” della De Filippi. Tutti col sorriso rassicurante da ebeti stampato sulle labbra, anche quando parlano di cose maledettamente serie e drammatiche come il salvataggio dei naufraghi in mare, la disoccupazione o la sicurezza.
Rispondono con frasi fatte o per slogan, come se qualcuno avesse impartito loro lezioni comportamentali oltre che di linguaggio. Se qualcuno crede o spera che questa maggioranza duri meno di cinque anni, è meglio che cominci a pensare per chi votare la prossima volta, anche se c’è chi ha già detto che il Parlamento è inutile ed i parlamentari andrebbero sorteggiati. Al massimo ci potrà essere qualche fisiologico rimpasto di governo dettato (eh si!) dai mutati rapporti di forza. Per quanto riguarda il resto del Paese, “le persone normali”, noi, quelli cui brucia realmente il culo, dovranno cominciare a toccare con mano la realtà dei fatti. Tra qualche anno, ci si renderà conto che non è plausibile doversi costruire un nemico da abbattere, fossero i neri o i francesi, tutti brutti, sporchi e cattivi, quasi come i terroni prima che venisse abolita la parola “nord” dal simbolo della lega. I due “cavalli di battaglia” dei due azionisti di maggioranza del patto di governo (anche se Salvini continua a rinnegarne uno) si riveleranno per quella che sono: una cagata pazzesca! Per dirla alla Fantozzi. “Quota 100” sarà sfruttata da chi non ha problemi economici, oppure da chi ha la fortuna di avere la “moglie ricca”. Chi non ha cielo da vedere né terra da camminare, si renderà presto conto che se per 38 anni di dignitoso ed onesto lavoro ha guadagnato in media 1300 euri mensili, a 62 anni, optando per “quota 100”, fatto salvi casi particolari di impedimenti e/o malattie, ricaverà un assegno di pensione decurtato di un quarto rispetto ai circa 1000 euri che gli spetteranno lavorando altri cinque anni e che forse gli permetteranno una vecchiaia quasi dignitosa. Quando insomma si renderà conto che dopo 38 anni di lavoro gli propongono la liquidazione tra cinque anni e un assegno (750 euri) inferiore a quello di un avente diritto al reddito di cittadinanza, non potrà che mandarli affanculo!
Per quanto riguarda il tanto sbandierato e atteso reddito di cittadinanza, solo pochi sfortunati (perché di sfortunati si tratterà e non di fortunati) riceveranno i promessi 780 euri (cosa buona e giusta). Agli altri sono imposti talmente tanti paletti che dovranno scalare delle montagne infernali e burocratiche per poter vedere (se riusciranno a vederli) si e no qualche centinaio di euri, per nucleo familiare, beninteso. Sempre che non avranno rifiutato tre lavori e dopo che qualcuno avrà provveduto alla moltiplicazione, dopo il pane e dei pesci, anche dei posti di lavoro. Ed è inutile discutere di questi argomenti con “la gente comune”, i simpatizzanti, gli attivisti e gli elettori di questi partiti. Più gli porti argomenti concreti, più ti rispondono con frasi fatte.
Se ti va bene ti dicono “rosicate!” Parli di priorità nel salvare le vite umane, e gente proveniente dal volontariato, dalla sinistra solidale, ma pure dalla destra liberale o dai cristiano sociali, ti fanno cadere le braccia accampando responsabilità di altri, che pur restando innegabili, non c’entrano niente col dovere di ogni essere umano di tentare di salvare altri esseri umani. Forse vinti dal bisogno e delusi dalle precedenti e cocenti esperienze, sorretti dalla speranza, non sentono più ragioni. “Adottiamo la formazione difesa a guscio di tartaruga”, li ho sentiti esclamare. Oppure ho visto post tipo “difenderemo questo governo fino alla morte”. Giuro che ho avuto paura. Con queste persone, sicuramente in buona fede, al contrario di quei personaggetti che sembrano riprodotti con le formine del das e che ultimamente sembrano avere colonizzato tutte le trasmissioni televisive, è impossibile discutere, oltre che inutile:: un muro di gomma! Andrebbe adottato il metodo degli antichi greci: l’ostracismo. Inteso però nell’accezione attuale del termine. Vanno ignorati, anche per non “caricarli” ulteriormente. Chi tene juricio, ca se ne serva! E poi,come noi terroni ortodossi e “non girati” sappiamo benissimo, ‘o purpo se coce int’all’acqua soia”
*vignetta di Peter Schrank