L’uomo che piange è un uomo provato. L’uomo che piange è un uomo coraggioso. L’uomo che piange è un uomo sognatore.
Ulisse piange tanto, e si guadagna ogni volta il mio amore e la mia ammirazione.
Anche Higuain piange. Ha pianto due volte, a Napoli. Quando una trastola immonda lo buttò fuori da un irripetibile girone di Champions League dopo aver segnato all’Arsenal un gol impossibile e meraviglioso. E oggi.
Ma oggi è diversa. Oggi piange, credo, per tanti motivi. Perché ci sta urlando la sua impotenza contro i poteri che lo fanno fuori. Perché ci sta raccontando che il sogno accarezzato, vezzeggiato, covato è finito per davvero. Perché ci sta buttando in faccia l’amore per il colore azzurro.
Perché ci sta confessando, forse, che andrà via, e mai avrebbe voluto andare via così.
Le sue lacrime sono le lacrime di chi è limpido, di chi è lottatore vero ma ad armi pari, di chi usa testa e corpo davanti al mondo, senza infingimenti, senza pastette, senza trucchi da rubentini. Sono le lacrime di un altro argentino che nel 94 fu incastrato da quel bandito a nome Blatter.
Gonzalo Higuain nella storia del Napoli ci entra oggi, per sempre, con questa immagine.
E nel mio cuore sta di fianco a Lui.