di Anna Iaccarino
Non è facile “parlare” di un proprio libro. Per quanto si cerchi di denudarsi di sé, restarne fuori è complicato, non per un rigurgito vanesio, ma per la difficoltà naturale a mantenere le distanze da quel momento di te che lo ha generato, combattuto, amato.
Da quello stato di identità che non è appartenenza, ma quel sentire di sé che è voglia di comunicare, condividere, di creare sintonia di un incontro, magia di un attraversarsi d’insieme.
Le pagine di un libro spogliano il sé, lo mettono al cospetto del mondo, denunciano un atto di verità. E se la verità è un atto coraggioso, in un mondo dove si nasconde il sé, allora un libro può assurgere ad un vero e proprio sovvertimento.
Ed allora, così come richiamato in un mio passo di scrittura, in sussurro di voce e in punta di piedi, provo a rappresentarne in poche righe il tessuto narrativo di nascita e cammino.
E grata, lo porgo a chi vorrà farne occhi che accolgono.
Se i libri sono vita…
Se i libri sono vita, i frammenti ne segnano i passi d’inchiostro che ne solcano il tempo. “Di vita e frammenti” parte da lì e si proietta verso quel transito di tappe, fughe, arrivi, del continuo divenire di ognuno di noi. Verso quel viaggio del vivere, fatto di lotte, sconfitte, vittorie, brandelli di felicità.
Un recinto di naufraghi sociali, persi e ritrovati, in perpetuo cammino di sé, che attraverso un sentiero interno provano a tracciare l’unica via maestra che salva e tocca terra: ritrovarsi negli altri per viverne il senso dell’amore compiuto.
Come riuscire a vedere versi in orizzonti di luce? Forse ricordarsi più spesso della gentilezza della memoria, della forza dei sentimenti, dell’abbraccio a quel noi fanciullo che disegnava albe, aiuterebbe in quel credo, non più in attesa di fortezze, ma cuore adulto nella mai sopita magia del sogno che tutto può.
Immaginare una sorta di diario dell’anima a più voci, dove ognuna prova a parlare all’altra, a scuoterne i tumulti conflittuali, emozionali. A tessere piccoli nidi in cui adagiare le paure vaganti e renderle momento di incontro tra petali sguarniti in volo di ali.
Un parlare lieve e forte che chiede verità ed armonia, una prosa che prova a scoprire il velo dell’ipocrisia e della bugia narrante. Che si mette a nudo, che pretende e si dà, che domanda e rassicura. Insomma, un dialogo, un dire che siede accanto all’anima e l’accarezza.
Quei piccoli gesti nobili e inaspettati, che diventano ricchezza come chicchi di grano in … frammenti di vita!