In una epoca come la nostra contraddistinta da consumismo, benessere e da ricchezze tecnologiche sembra assurdo sentir parlare di incremento della povertà per i minori; eppure, sono un milione e quattrocento i bambini in stato di povertà. I dati sono stati forniti da Save the Children ed evidenziano un incremento del 14% nell’ultimo anno dei minori al di sotto della soglia della povertà assoluta.
Ben oltre i dati e le percentuali, ciò che deve spaventare è il decremento delle nascite negli ultimi tempi e l’incremento della povertà per i minorenni. Spaventa, perché ciò si tradurrà in una società piena di mancanze.
Mancanza di cultura, mancanza di percorsi di studi completi ed adeguati che inevitabilmente si rispecchieranno in un capitale umano demotivato e privo di fiducia nei confronti dello Stato . Invero, però, lo Stato ha investito molto fornendo ai minori ed alle loro famiglie provvedimenti come “il reddito di inclusione e il fondo di contrasto alla povertà educativa”.
Sta investendo anche per i minori stranieri non accompagnati, fornendo loro sussidi e tutor – ovvero adulti disposti gratuitamente a prestare assistenza e sostegno per una buona inclusività. La consapevolezza di questo problema di povertà assoluta in cui vivono molti minori, è il primo passo per rafforzare gli impegni nei confronti dei meno abbienti; è sicuramente un modo per indurre alla riflessione e spingere sempre più alla realizzazione di interventi concreti e continui.
Non basta certo la consapevolezza a colmare il gap della nostra società moderna fatta di ricchissimi e di poverissimi, non servono solo pochi aiuti e qualche pensiero a sanare l’indigenza di quanti minori soffrono e subiscono la povertà, ma sicuramente serve conoscere ed informarsi per porre le basi ad impegni più concreti e reali . Nessuno si senta escluso dal proporre il proprio impegno: piccole gocce d’acqua possono smuovere uno stagno.