Napoli- Cesena: le pagelle di Pasquale Lucchese

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Monday night decisivo per il Napoli, non battere il Cesena avrebbe messo la parola ‘fine’ alla stagione azzurra. Un immenso Mertens trascina i suoi al successo contro i romagnoli già retrocessi.

Servivano i 3 punti e sono arrivati, ma la prestazione non è stata delle migliori; gli strascichi ucraini si sono sentiti tutti, in campo e sugli spalti.

Pagelle:

Andujar: Poteva essere più reattivo sulla prima rete romagnola; attento sull’acrobazia di Brienza nella ripresa. Voto 5.5

Albiol: Due reti anche dal Cesena retrocesso… Voto 5.5

Koulibaly: Parte male, si riprende con la solita grinta. Voto 5.5

Mesto: Soffre molto, mai in partita. Voto 5

Ghoulam: Corre tanto, si propone con continuità, ma sbaglia con altrettanta costanza. Voto 6-

Jorginho: Primo tempo anonimo, nella ripresa meglio. Voto 5+

David Lopez: Solito lottatore. Voto 5

Callejon: L’impegno e la determinazione non mancano, ma anche stasera combina poco. Voto 5.5

Hamsik: Molti errori, ma sempre presente; mezzo voto in più per l’assist del 3-2. Voto 6-

Mertens: Autentico trascinatore del Napoli, praticamente da solo batte i romagnoli con due gol e un assist. Voto 7.5

Gabbiadini: Non una gran partita, ma si fa trovare pronto quando occorre e conferma la sua vena realizzativa. Voto 6+

 

Subentrati:

Higuain, Insigne, Gargano: S.V.

Benitez: Troppa fatica per battere il Cesena, ancora due reti al passivo. La squadra sente la pressione del San Paolo e del maledetto giovedì ucraino. Per le prossime due partite occorre una svolta, speriamo confermi Mertens.

Arbitro: Nessuna sbavatura, dirige senza problemi. Per dovere di cronaca, leggo di una protesta di Di Carlo per un intervento falloso in area di rigore azzurra, onestamente ignoro di cosa parli. Voto 6

Cesena: Fa un buon calcio, qualche giocatore interessante come Defrel e qualche ‘vecchietto’ dalla tecnica importante come l’ischitano Brienza. Torna in B dopo un solo anno in massima serie.

Derby capitolino: La decisione di spostare Lazio-Roma al lunedì crea un polverone tardivo. La contemporaneità che dovrebbe essere d’obbligo nelle ultime giornate, già non era prevista, dovendo il Napoli giocare in Piemonte il sabato e le due romane, domenica alle 15:00 (sul match degli azzurri c’era l’incognita, ahinoi svanita, della finale di Varsavia il 27 maggio, in tal caso la contemporaneità era complicata da rispettare, dovendo gli azzurri anticipare al sabato se non al venerdì). Il Napoli sembra abbia chiesto (poteva e doveva farlo all’indomani della sconfitta di Kiev) di giocare lunedì alle 18.00 in contemporanea con il derby; le ragioni logiche e di correttezza del campionato, avranno la meglio sugli interessi televisivi e/o su altri ‘giochetti’ di potere?

Il destino del Napoli è solo nelle sue mani, occorrono due imprese, per realizzarle serve un Napoli, in tutti i suoi effettivi, molto più in palla di quello ammirato stasera. Avanti Napoli.

Classe ’85, una laurea specialistica in Economia e gestione delle imprese nel cassetto e un tesserino da giornalista pubblicista nel portafogli. Permalosa e testarda, non perde occasione per “fare polemica” ed è definita dai suoi amici come una “presenza che si fa sentire, una che pensa una cosa e ne fa cento”. Cattolica, appassionata di musica e libri, adora stare in mezzo alla gente. Si è avvicinata al giornalismo nel 2008 quasi per caso e da allora non lo ha più lasciato: scriverebbe sempre (se solo glielo lasciassero fare!). Ha una insana passione per la politica e per il territorio in cui vive.