Le recenti vicende, soprattutto di calciomercato, che hanno coinvolto il Napoli, creando non pochi malumori tra i tifosi, hanno favorito (finalmente, direi) in tanti supporters una sana e giovevole riflessione, circa la modalità di relazione che la compagine societaria azzurra (che praticamente coincide con la famiglia De Laurentiis) tiene con il tifo. Ben intesi: non il tifo (in qualche misura) organizzato. In questo caso, vogliamo utilizzare il termine nella sua accezione più lata, nel senso di insieme di individui che, mossi da una comune passione, provano ad assecondarla, seguendo il Napoli, anche allo stadio. Ora, rispetto a questa categoria di persone, e ancor più nello specifico nei confronti di coloro che vivono quella passione in maniera più parossistica, non mancando mai un appuntamento con la squadra del cuore, il presidente De Laurentiis ha sempre mostrato una considerazione, che risponde alle più spietate leggi del mercato moderno.
A noi piace definirci tifosi, appassionati, “malati” del Napoli; per lui, in maniera molto meno romantica, non siamo che consumatori di un prodotto. E per le leggi del mercato, il consumatore “fidelizzato” può tranquillamente essere abbandonato a se stesso, nel mentre il “produttore” del “bene” può andare a corteggiare altre fette di mercato. De Laurentiis ha ben chiara questa dinamica: lo dimostra lo stillicidio di cinismo, che va grondando in giro, anche durante le interviste, senza nessuna diplomazia e senza nessuna preoccupazione, consapevole com’è che il vaso non traboccherà mai.
L’ultima goccia di questo cinismo imprenditoriale è stata istillata da De Laurentiis, con la strategia spregiudicata sulla gestione dei tagliandi, per le amichevoli al San Paolo dell’1 e del 7 agosto. In principio, ai tifosi – consumatori furono offerte due opportunità: comprare i singoli tagliandi al costo di 18 euro; oppure usufruire dell’opportunità di prendere entrambi, ad un prezzo promozionale di 20 euro. Scelta che, in questa fase dell’anno dominata dal pensiero delle vacanze, e con questo deludente abbrivio del Napoli alla nuova stagione, sarebbe stata adottata da pochi irriducibili, che anche in questo modo dimostrano il loro attaccamento. Tra i quali ultimi, inutile rimarcarlo, c’è anche il sottoscritto. Nell’imminenza del match del primo agosto, contro il Nizza, che avrebbe dovuto rappresentare l’occasione per celebrare i novant’anni di vita del Napoli, ci si rende però conto che la vendita dei tagliandi langue, e che si sta andando velocemente verso un clamoroso flop. Allora il presidentissimo cosa fa? Senza nessun rispetto per coloro che avevano pagato, consente l’accesso gratuito ai distinti, garantendosi (non senza qualche accorgimento “scenografico”) un colpo d’occhio più adatto all’uopo. Non contento, tuttavia, nel corso della settimana successiva, decide di regalare anche l’accesso, per il match casalingo col Milan, a quanti abbiano comprato il ticket per la partita contro il Nizza. Ma solo quel ticket.
Restano tagliati fuori da questa opportunità coloro i quali, a scatola chiusa, avevano dato fiducia al Napoli, optando per il “mini-abbonamento” (Napoli – Nizza e Napoli – Monaco). Una vicenda esemplare di quanto il presidente sia più preoccupato di blandire i più “distaccati” (in questo caso, quelli che avevano scelto di partecipare solo all’evento, quasi mondano, del primo); piuttosto che accordare una qualche forma di riconoscenza, a coloro i quali sono pronti a pagare pure per vedere le partitelle in famiglia. Bisognerebbe dare vita ad un vivace dibattito, tra i sostenitori. Magari, provando a far capire a De Laurentiis che non vende abbonamenti telefonici…