di Rosario Pesce
Il ferimento della piccola Noemi, che rischia di perdere la vita perché si è trovata insieme alla nonna nel bel mezzo di un conflitto a fuoco fra affiliati della camorra in uno dei quartieri più popolosi di Napoli, rischia di trasmettere un’immagine falsata della città partenopea, che sembra essere un luogo di negazione della legalità, dove i clan malavitosi si sparano addosso senza neanche tenere conto della presenza nelle strade di persone innocenti.
Napoli non è solo camorra.
Certo, la presenza dei clan è radicata nella città, in particolare in alcune aree, ma Napoli non può essere ridotta allo stereotipo che molti Italiani hanno costruito intorno ad essa ed alle sue problematiche ataviche.
Anzi, Napoli oggi rappresenta la cartina di tornasole dell’intero Paese.
Nei giorni di vacanza della Pasqua appena passata, il capoluogo napoletano ha fatto registrare una presenza di turisti superiore a quella di città che vivono di turismo, come Firenze e Venezia, a dimostrazione che il tessuto culturale non è stato demolito da politiche, a volte, sbagliate e dall’annosa desertificazione che l’interno Mezzogiorno vive da qualche anno in particolare.
Peraltro, la politica nazionale dovrebbe rimettere al centro dei suoi impegni la questione meridionale, visto che da Roma (compresa) a scendere giù si gioca il futuro destino della nazione.
A Roma, dopo i fatti violenti che hanno riguardato in particolare un clan malavitoso della periferia, si è registrata una reazione opportuna da parte dello Stato: siamo certi che, dopo il ferimento della piccola Noemi, i violenti ed i colpevoli saranno assicurati alla Giustizia anche a Napoli.
Ma, è necessario rilanciare l’azione di prevenzione, oltreché quella opportuna di repressione: al Sud si giocherà una scommessa importante nei prossimi anni e, se il Sud dovesse perderla, verrebbe meno il sentimento stesso della convivenza nazionale, per cui nessun soggetto illuminato, politico o economico, può sperare che le regioni meridionali divengano terra di conquista di clan affamati di denaro e potere, a tal punto da sparare, finanche, addosso ad una nipotina e ad una nonna del tutto estranee ai loro interessi.
Napoli, oggi, è per la complessità delle sue problematiche (e delle sue risorse, solo in parte sfruttate in modo adeguato) la vera caput mundi del Mediterraneo: a partire da Napoli, nascerà (o morirà) il sogno di un’Europa che, come quella ai tempi dei Romani, era tutta costruita intorno – appunto – al bacino del Mare Nostrum.